Tra le diverse procedure che possono essere praticate per sostituire uno o più denti mancanti, ci sono il ponte o l’impianto dentale.
Il ponte dentale è formato da 3 elementi, due pilastri, ossia i denti adiacenti a quello mancante, uniti tra di loro a formare il ponte dentale. L’una o l’altra soluzione sarà valutata dal dentista in base al caso specifico e alle necessità del paziente.
Il ponte dentale può essere fisso o mobile, ma questa seconda opzione viene utilizzata solo come rimedio temporaneo in attesa di una soluzione più stabile.
Come si applica un ponte dentale
La procedura per mettere un ponte dentale non è eccessivamente complessa, tuttavia necessita di tutte le visite e le indagini diagnostiche del caso. La prima cosa da fare è prendere le impronte dentali del paziente che saranno inviate in laboratorio per la realizzazione del provvisorio. Una volta avuto il ponte provvisorio e dopo un’attenta analisi dei denti che dovranno fungere da pilastro, i pilastri devono essere adeguatamente preparati, cioè devono essere limati fino a diventare due monconi, poi ricoperti da capsule per formare l’appoggio del ponte dentale. Quindi viene presa un impronta definitiva che viene mandata all’odontotecnico per l’esecuzione del lavoro finale.
Una volta pronto, il ponte dentale non viene fissato immediatamente, ma deve essere provato dal paziente per verificare la precisione, la confortevolezza e il colore che deve essere uguale a quello dei denti naturali per garantire un buon risultato estetico.
Se non si presentano inconvenienti il ponte viene cementato definitivamente in modo da evitare infiltrazioni che si avrebbero con un cemento provvisorio.
Materiali
Le corone del ponte dentale possono essere realizzate in diversi materiali come ceramica, porcellana o zirconio-ceramica. In linea generale tra i materiali prima elencati il più utilizzato è la ceramica che dà la possibilità di creare corone esteticamente più simili ai denti naturali. Oggi poi con il disilicato di litio si riesce a raggiungere spessori sottilissimi per cui i denti vengono limati davvero poco. In questo modo si evita di doverli devitalizzare.
Quanto dura un ponte dentale
Mediamente un ponte dentale può avere una durata che varia dai 5 ai 15 anni. Molto dipende dalle capacità dell’operatore che esegue il lavoro e dalla cura e dall’attenzione che il paziente metterà nella propria igiene orale domiciliare.
Chi ha un ponte dentale infatti deve lavare accuratamente i denti dopo ogni pasto, usare il filo interdentale o lo scovolino almeno una volta al giorno, usare l’idropulsore e sottoporsi periodicamente a sedute di igiene professionale.
Ponte o impianto dentale?
L’altra possibilità per sostituire un dente mancante è l’impianto dentale.
A differenza del ponte dentale dove sono i due denti adiacenti a sostenere la protesi, l’impianto dentale prevede di inserire nell’osso mascellare o mandibolare una radice in titanio che funge da supporto per il nuovo dente.
Anche se oggi si tende a scegliere un intervento di implantologia dentale per la sostituzione di un dente mancante, il ponte può essere preferito quando:
- i denti che devono fungere da pilastri sono alterati nella forma o nel colore e quindi limarli e coprirli con capsule risulterebbe un vantaggio;
- il paziente non vuole sottoporsi a nessun tipo di intervento chirurgico;
- non c’è abbastanza osso per sostenere l’impianto e quindi sarebbero necessarie manovre rigenerative anche complesse.
Rispetto a quest’ultimo punto, oggi grazie a nuove leghe in titanio zirconia è possibile ottenere impianti più sottili e corti che possono essere usati anche in condizioni di scarsa qualità ossea, evitando in molti casi manovre di rigenerazione ossea.
Premesso che deve essere il dentista a valutare caso per caso, l’esecuzione di un impianto e quindi di corone singole è la scelta da preferirsi. Infatti con l’uso di impianti non si danneggiano e si limano i denti adiacenti, si realizzano corone singole facili da pulire con il filo interdentale, e se si deve rifare una corona non va ricostruito tutto il ponte.
Purtroppo, spesso molti dentisti optano per i ponti perché sono più semplici da eseguire. Infatti la gestione dei profili di emergenza di corone singole e dei punti di contatto è molto complessa. Un punto di contatto non eseguito correttamente provoca un accumulo di cibo e il fenomeno del “food impaction” che con il tempo provoca l’insorgenza di carie e perdita di osso attorno alle corone.
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