La parodontite è una di quelle patologie che comunemente vengono associate alla terza età. In realtà sono molti di più di quanto si pensi i giovani che devono fare i conti con tasche parodontali e denti che si muovono.
Inoltre c’è un tipo di parodontite che può colpire ragazzi anche in età adolescenziale e se non diagnosticata e trattata in tempo può provocare seri danni. Fino ad un anno fa questa parodontite era definita “aggressiva” e ancor prima negli anni ’90 sarebbe stata identificata come una “parodontite giovanile”.
Oggi esiste una nuova classificazione delle parodontiti. Questa classificazione divide la gravità di una parodontite in 4 stadi, dove il 4 stadio è il più grave, e 3 gradi (A, B e C sempre in ordine di gravità) che tengono conto della velocità di progressione della malattia, di eventuali fattori di rischio come il fumo ed il diabete e lo stato di salute generale.
Parodontite cronica e parodontite aggressiva
La parodontite è una patologia infiammatoria degenerativa dovuta a batteri presenti nella placca e nel tartaro che interessa i tessuti di sostegno del dente ed è caratterizzata dalla formazione di tasche gengivali, le quali a lungo andare portano alla mobilità e alla perdita dei denti.
I giovani pazienti possono avere problemi sia di parodontite cronica che di parodontite aggressiva. La prima ha una decorrenza più lenta ed è dovuta principalmente all’accumulo di placca e tartaro sui denti che forniscono l’ambiente ideale alla proliferazione batterica. In persone predisposte può capitare che i batteri si diffondano spingendosi fin sotto i tessuti gengivali danneggiando osso e parodonto.
Oltre alla cattiva igiene orale altri fattori che possono favorire l’insorgenza della malattia sono il fumo, la predisposizione genetica, lo stress e alcune patologie sistemiche come il diabete mal compensato o deficienze immunitarie.
La parodontite aggressiva, oggi uno stadio 3 o 4 grado B o C, può colpire anche in età adolescenziale e progredisce molto più velocemente rispetto alle altre forme della stessa patologia, danneggiando in breve tempo i tessuti di sostegno del dente. In caso di parodontite aggressiva è essenziale una diagnosi precoce per tentare di tenere sotto controllo la malattia. La velocità di avanzamento è da tre a cinque volte maggiore rispetto a quella cronica e se trascurata le conseguenze potrebbero essere devastanti per un giovane sorriso.
Si può tenere sotto controllo?
Si, anche le forme più gravi di parodontite possono essere tenute sotto controllo rimuovendo la placca e il tartaro sottogengivale con l’obiettivo di salvaguardare i denti naturali del paziente. La forma più aggressiva richiede certamente un trattamento rapido e puntuale, in alcuni casi può rendersi necessaria anche una terapia farmacologica con antibiotici sistemici o locali.
Il parodontologo tiene sotto controllo la patologia usando strumenti ultrasonici e curettes manuali e soprattutto soniche che rimuovono placca e tartaro all’interno della tasca parodontale lasciando la superficie radicolare pulita favorendo la guarigione dei tessuti parodontali.
Più la parodontite viene curata nella sua fase iniziale maggiori saranno le probabilità di successo del trattamento, tuttavia anche nei casi più gravi è possibile salvare i denti naturali dei pazienti senza necessità di sostituirli con un impianto dentale.
Sintomi della parodontite
La parodontite, soprattutto quella aggressiva, necessita di essere trattata tempestivamente. Purtroppo questa patologia non da subito segni evidenti della sua presenza e nella maggior parte dei casi i giovani pazienti si accorgono che c’è un problema solo quando il dente comincia a muoversi, quindi spesso quando è troppo tardi. Per questo motivo è estremamente importante non saltare le visite periodiche dal dentista che attraverso il sondaggio parodontale riesce a determinare la presenza o meno di tasche.
Tuttavia alcuni segnali che possono mettere in allarme sul rischio che sia in atto la malattia parodontale sono: gengive rosse, infiammate e doloranti, gengive ritirate, sanguinamento durante lo spazzolamento.
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