Ortodonzia Invisibile
L’Ortodonzia Invisibile fissa linguale senza attacchi rappresenta un approccio innovativo all’Ortodonzia e al classico apparecchio invisibile ortodontico, di cui mantiene princìpi e finalità (diagnosi, prevenzione e riabilitazione delle malocclusioni dentarie).
È la terapia ortodontica più richiesta dai pazienti attenti, nello stile di vita, all’estetica e al comfort. Questo perché, oltre ad essere totalmente invisibile, è attualmente l’apparecchio più sottile che esista, come si può vedere dal seguente video esplicativo.
A differenza dell’Ortodonzia tradizionale, l’Ortodonzia Invisibile non utilizza le classiche apparecchiature costituite da brackets in metallo o ceramica, che provocano ansia e imbarazzo ai pazienti per la loro visibilità. Bensì usa sottili fili metallici applicati sulle superfici interne degli elementi dentari. Possiamo pertanto intenderlo come un apparecchio invisibile per migliorare i denti storti.
Questa tecnica innovativa è documentata in un testo di ortodonzia che la dottoressa Anna Mariniello ed il dottor Fabio Cozzolino hanno scritto per una casa editrice odontoiatrica internazionale: l’Atlante di ortodonzia linguale fissa senza attacchi, (Quintessenza Edizioni).
La metodica di adesione è la stessa dei classici dispositivi con attacchi (brackets sia vestibolari che linguali) e avviene nel pieno rispetto della salute dentaria e gengivale. Terminata la terapia l’apparecchio invisibile viene rimosso e le superfici dei denti tornano ad avere lo stesso aspetto iniziale senza alcun indebolimento o cambiamento della loro struttura.
Anche la terapia con attacchi linguali consente la realizzazione di trattamenti invisibili, tuttavia si possono avere fastidi alla lingua ed alterazioni della fonetica proprio a causa della presenza delle sporgenze prodotte dagli attacchi. Con l’ortodonzia invisibile linguale fissa senza attacchi tali fastidi, anche secondo le recensioni dei clienti, sono quasi inesistenti. Al massimo si può avere una leggera alterazione della fonetica nelle prime ore dall’applicazione.
I pazienti che scelgono un trattamento invisibile linguale sono molto attenti all’estetica ed alla ricerca di un risultato che per essere quanto più vicino alla perfezione può richiedere la modifica della forma e/o del colore di alcuni denti mediante la realizzazione di ricostruzioni in composito oppure di faccette dentali.
L’apparecchio linguale senza attacchi è in assoluto il più sottile e non presenta sporgenze che possono ferire la lingua. Questa terapia completamente invisibile ed estremamente confortevole consente il trattamento di tutte le malocclusioni (I, II e III classe di Angle, morso inverso, morso aperto, morso profondo…etc).
Quando si parla di apparecchio invisibile riferendosi agli allineatori dentali trasparenti, comunemente denominati anche mascherine, si commette un’imprecisione. In quanto seppur meno visibili delle tradizionali terapie con attacchi vestibolari, resta comunque visibile la pellicola trasparente che riveste i denti nonché gli attacchi in composito (attachments) che si devono realizzare sui denti per aumentare l’efficacia degli allineatori. La loro visibilità si riduce alla fine della terapia, quando i denti si sono ormai allineati ed in assenza di attachments.
Numerosi sono gli studi scientifici presenti in letteratura che sono stati condotti sugli allineatori trasparenti.
Djeu G, Shelton C, Maganzini A (Outcome assessment of Invisalign and traditional orthodontic treatment compared with the American Board of Orthodontics objective grading system) hanno evidenziato che le mascherine trasparenti o allineatori “non trattano le malocclusioni bene come le terapie con attacchi”. Uribe F, Cutrera A, Nanda R (A segmented appliance for space closure followed by Invisalign and fixed appliances.) asseriscono che le mascherine sono deficitarie nella loro “capacità di correggere ampie discrepanze anteroposteriori e contatti occlusali”.
Giancotti A, Greco M, Mampieri G (Extraction treatment using Invisalign Technique) dicono che con gli allineatori trasparenti le “chiusure dello spazio ottenute mediante tipping delle corone e senza correggere l’inclinazione delle radici rendono necessaria una ulteriore fase con apparecchiatura fissa” che, secondo Uribe F, Cutrera A, e Nanda R, potrebbe essere necessaria anche a causa dei limiti degli allineatori trasparenti “nell’ottenere movimenti rotazionali e verticali”
Studi condotti da Kuncio D, Maganzini A, Shelton C, e Freeman K (Invisalign and traditional orthodontic treatment postretention outcomes compared using the American Board of Orthodontics objective grading system.) dimostrano sul loro gruppo di pazienti che quelli trattati con gli allineatori “recidivano di più rispetto a quelli trattati con le apparecchiature fisse convenzionali”.
I lavori di Nedwed V e Miethke RR evidenziano come i pazienti accettino più facilmente di essere trattati con le mascherine trasparenti che con gli attacchi linguali, perché considerano la terapia meno fastidiosa.
(riferimenti bibliografici e link più in fondo in questa pagina).
Riceviamo ogni giorno pazienti che provengono da altre città d’Italia, come Roma, Milano, Torino, Venezia, Firenze, Bologna, Palermo, Cagliari; nonché dall’estero. L’ortodonzia invisibile è stata presentata dalla dottoressa Anna Mariniello a Congressi ortodontici nazionali ed internazionali (World Society of Lingual Orthodontics, European Orthodontic Society, European Society of Lingual Orthodontics, Società Italiana di Ortodonzia, Associazione Italiana Odontoiatri) e presso Master universitari e corsi privati.
Come si realizza la terapia ortodontica linguale senza attacchi. Per iniziare è obbligatoria una prima visita per valutare tipo e durata del trattamento. La terapia si esegue utilizzando dei fili larghi circa 1 mm, direttamente attaccati alla superficie linguale dei denti, eliminando pertanto lo spessore degli attacchi (brackets). I fili maggiormente adoperati sono degli intrecciati in acciaio comunemente utilizzati per la realizzazione dei retainers passivi (ossia i dispositivi fissi linguali che spesso vengono applicati ai pazienti dopo aver allineato i denti per il mantenimento dei risultati).
Tali fili devono essere modellati per ottenere lo spostamento dentario desiderato al fine di ottenere un perfetto allineamento dei denti. La modellazione è estremamente precisa ed individualizzata, e consente sia di adattare perfettamente il filo all’anatomia dei denti sia di ottenere lo spostamento desiderato ed utile al raggiungimento di un corretto allineamento. Altri fili comunemente adoperati sono in Nichel Titanio o sottili segmenti in acciaio di sezione rotonda o rettangolare. Il risultato sarà sempre quello di un apparecchio che dopo pochi giorni la maggior parte dei pazienti riferisce di non sentire più.
L’adesione del dispositivo nella parte interna segue le tradizionali procedure odontoiatriche e non provoca alcun dolore al paziente ne danno ai denti.
Si prepara la superficie dentaria all’adesione trattandola con un gel, successivamente si applica l’adesivo e quindi si procede alla fissazione del filo mediante del composito fluido che indurisce grazie all’azione di una lampada fotopolimerizzante. Per quanto è sottile il dispositivo e per come segue precisamente l’anatomia dei denti sembra quasi che passi attraverso dei solchi scavati nel dente, ma non è assolutamente così. Esso è accostato alla superficie linguale senza alterarne assolutamente la morfologia e la funzione. Il filo passa come attraverso una faccetta dentale.
Nei successivi controlli può essere necessaria la riattivazione del dispositivo, mediante il distacco da alcuni denti per poterlo riattivare (procedura sempre indolore per il paziente), oppure la completa sostituzione del filo, proprio come accade nelle tradizionali terapie con attacchi.
Alcune malocclusioni per essere risolte necessitano l’estrazione di uno o più denti, di solito i primi o i secondi premolari oppure i denti da latte in caso di mancata eruzione del corrispettivo permanente. La mancanza di questi denti non sarà mai notata da nessuno in quanto si attaccano all’apparecchio dei denti in resina (diversi dalle faccette dentali che semmai vengono utilizzate in seguito) molto simili per forma e colore ai denti estratti. Tali provvisori saranno eliminati quando lo spazio si sarà chiuso grazie allo spostamento degli altri denti.
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Allineatori dentali trasparenti
Quando si parla di ortodonzia invisibile spesso ci si riferisce agli allineatori trasparenti, detti comunemente mascherine di allineamento. Gli allineatori hanno una ridotta visibilità rispetto agli attacchi vestibolari in metallo o ceramica e creano l’effetto ottico di una pellicola trasparente visibile sui denti. Numerosi sono gli studi scientifici presenti in letteratura che sono stati condotti sugli allineatori trasparenti (riferimenti bibliografici e links più giù in questa pagina).
Djeu G, Shelton C, Maganzini A (Outcome assessment of Invisalign and traditional orthodontic treatment compared with the American Board of Orthodontics objective grading system) hanno evidenziato che le mascherine trasparenti o allineatori “non trattano le malocclusioni bene come le terapie con attacchi”. Uribe F, Cutrera A, Nanda R (A segmented appliance for space closure followed by Invisalign and fixed appliances.) asseriscono che le mascherine sono deficitarie nella loro “capacità di correggere ampie discrepanze anteroposteriori e contatti occlusali”.
Giancotti A, Greco M, Mampieri G (Extraction treatment using Invisalign Technique) dicono che con gli allineatori trasparenti le “chiusure dello spazio ottenute mediante tipping delle corone e senza correggere l’inclinazione delle radici rendono necessaria una ulteriore fase con apparecchiatura fissa” che, secondo Uribe F, Cutrera A, e Nanda R, potrebbe essere necessaria anche a causa dei limiti degli allineatori trasparenti “nell’ottenere movimenti rotazionali e verticali”
Studi condotti da Kuncio D, Maganzini A, Shelton C, e Freeman K (Invisalign and traditional orthodontic treatment postretention outcomes compared using the American Board of Orthodontics objective grading system.) dimostrano sul loro gruppo di pazienti che quelli trattati con gli allineatori “recidivano di più rispetto a quelli trattati con le apparecchiature fisse convenzionali”.
I lavori di Nedwed V e Miethke RR evidenziano come i pazienti accettino più facilmente di essere trattati con le mascherine trasparenti che con gli attacchi linguali, perché considerano la terapia meno fastidiosa.
L’assoluta evoluzione è rappresentata dalla terapia invisibile fissa senza attacchi (brackets) che nasce dalla necessità di eseguire terapie non visibili, eliminando i fastidi recati dalle comuni terapie con i brackets linguali, tipo piccole lesioni alla lingua ed alle mucose o le alterazioni fonetiche.
L’apparecchio senza brackets è realizzato con dei fili sottili poco più di 1 mm ed oltre ad essere invisibile i pazienti riferiscono di non sentirlo più fin dalle prime ore dalla sua applicazione.
Per far aderire questi dispositivi ai denti si utilizzano degli adesivi simili a quelli adoperati per le classiche terapie con i brackets, i quali non danneggiano la superficie dentaria (importante soprattutto per i denti anteriori) che, una volta rimossi, torna ad essere identica alla fase pre-trattamento.
Una delle differenze principali tra le due tipologie di apparecchi è che mentre le mascherine sono mobili, cioè si possono togliere, l’ortodonzia linguale senza attacchi è una tecnica invisibile che prevede l’utilizzo di un apparecchio fisso. Solitamente le mascherine rimovibili sono più adatte in caso di leggeri disallineamenti nelle arcate dentarie, mentre l’apparecchio fisso è indispensabile in caso di malocclusioni o disallineamenti di tipo più grave. Il vantaggio di portare un apparecchio fisso di tipo invisibile senza attacchi non è solo estetico, ma a livello funzionale riduce molto l’ansia di avere difficoltà nel mangiare o nel parlare, così come l’imbarazzo di mostrarsi in pubblico con un apparecchio comunque trasparente e non invisibile, quindi del tutto visibile.
Un’ulteriore problematica spesso riscontrata nell’apparecchio rimovibile composto da mascherine trasparenti, è che spesso dopo averlo tolto, i denti si disallineano nuovamente, quindi nella posizione finale tornano storti. Questo può dipendere dal tipo di disallineamento, dalle disattenzioni successive alla fine del trattamento, ma spesso dal fatto che gli apparecchi mobili per loro natura non riescono sempre a risolvere i problemi che invece richiedono un apparecchio fisso. Ogni caso è una storia a sé e dovrebbe essere sempre l’ortodonzista ad esprimersi sulle necessità terapeutiche attraverso una buona diagnosi.
Tra i vantaggi dell’ortodonzia linguale senza attacchi troviamo quindi un approccio completamente invisibile sia nell’arcata superiore che inferiore, nessun fastidio e nessuna alterazione fonetica a causa di un corpo estraneo.
A differenza degli attacchi linguali, che pure consentono la realizzazione di un trattamento invisibile, i fastidi alla lingua e le alterazioni fonetiche sono eventi rari e comunque limitati solo alle prime ore dall’applicazione dei dispositivi. Questo perché l’apparecchio è molto più sottile e non presenta sporgenze che possono ferire la lingua. Questa terapia completamente invisibile ed estremamente confortevole consente il trattamento di tutte le malocclusioni (I, II e III classe di Angle, morso aperto, morso profondo…etc).
Casi Clinici con prima e dopo
Di seguito sono riportati diversi casi clinici di malocclusioni dentarie trattati presso lo studio dentistico Cozzolino dalla dottoressa Anna Mariniello mediante la tecnica dell’ortodonzia invisibile linguale fissa senza attacchi.
Caso 1: Malocclusione caratterizzata da grave morso aperto anteriore
La paziente adulta desiderava risolvere la mancanza di contatto e la sporgenza della sua dentatura. Un classico apparecchio visibile con attacchi (brackets) le avrebbe provocato notevole imbarazzo e l’applicazione di un dispositivo linguale con attacchi , seppur non visibile, la rendeva ansiosa per la paura di fastidiose irritazioni alla lingua ed alterazioni fonetiche. La terapia è stata pertanto realizzata mediante un ortodonzia linguale senza attacchi, ad oggi l’apparecchio fisso più sottile che esista.
Caso 2: Malocclusione di II Classe di Angle, caratterizzata da affollamento dentario
La terapia è stata eseguita mediante un apparecchio invisibile linguale fisso senza brackets e l’applicazione di elastici intermascellari che il paziente indossa autonomamente. Gli agganci per gli elastici, attaccati alla superfice esterna dei denti, in modo da rendere molto semplice la loro applicazione da parte del paziente, lì dove presenti in zone più visibili, sono realizzati in materiale ceramico in modo da mimetizzarsi completamente.
Caso 3: Malocclusione di III Classe canina caratterizzata da affollamento dentario
L’apparecchio ortodotico fisso invisibile è associato all’uso di elastici intermascellari che il paziente indossa autonomamente. Contemporaneamente all’allineamento delle arcate dentarie si realizza la correzione del rapporto di classe canino.
Caso 4: Malocclusione di II Classe di Angle caratterizzata da affollamento dentario trattata mediante estrazioni
Per la risoluzione della malocclusione sono necessarie le estrazioni dei premolari superiori. La terapia viene eseguita mediante apparecchio ortodontico fisso invisibile linguale senza attacchi e anche le estrazioni dentarie non saranno mai visibili grazie alla presenza di denti finti in resina attaccati all’apparecchio linguale.
Tali denti verranno consumati fino ad essere completamente eliminati quando lo spazio liberato dalle estrazioni verrà colmato dai restanti denti che si allineano.
Caso 5: Malocclusione caratterizzata da canino in inclusione ossea
Caso clinico in cui un paziente adulto presenta in arcata un canino da latte, mentre il canino permanente è incluso nell’osso. La terapia è stata eseguita in modo dal tutto invisibile mediante un’apparecchiatura linguale senza attacchi. L’estrazione del canino da latte e l’aggancio del canino incluso sono stati eseguiti mediante anestesia locale, facendo in modo che il paziente non sentisse dolore. Lo spazio procurato dall’assenza del canino da latte è stato mascherato dalla presenza di un finto canino in resina, tenuto in situ finché non è stato recuperato in posizione il corrispettivo dente permanente. Eventuali difetti di forma preesistenti possono essere ridotti mediante l’utilizzo di faccette dentali.
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Caso 6: Fasi di procedura clinica nell’applicazione dei retainers attivi
Caso clinico di una giovane ragazza di 28 anni con affollamento dentario maggiore all’arcata inferiore, con il canino di destra in posizione ectopica e la linea mediana inferiore deviata verso destra.
La richiesta del paziente era quella di una ortodonzia invisibile e confortevole, senza alterazioni fonetiche e problematiche ai tessuti molli.
Pertanto la malocclusione è stata trattata mediante una ortodonzia linguale fissa senza brackets.
Dopo l’applicazione dei retainer all’arcata dentaria superiore ed inferiore il paziente è stato controllato ogni 3-4 settimane.
L’allineamento dentario è stato raggiunto dopo circa 10 mesi, con piena soddisfazione per la paziente.
I retainers attivi sono poi stati sostituiti da retainers passivi.
Caso 7: Ortodonzia invisibile trattamento di un caso di affollamento dell’arcata inferiore
Caso di un paziente con morso profondo e affollamento dentario inferiore.
Il paziente desiderava effettuare l’allineamento dell’arcata inferiore ma chiedeva una terapia non visibile e poco fastidiosa; questa è stata effettuata mediante una tecnica linguale senza attacchi con l’ausilio dei retainers pre-attivati.
Ad un mese di distanza si comincia a notare la riduzione dell’affollamento. Il paziente viene controllato ogni 3-4 settimane.
Quando l’allineamento è completato il retainer attivo è sostituito da un retainer passivo.
Grazie all’ausilio di questa tecnica innovativa, il paziente resta soddisfatto per l’assenza di fastidio a lingua e guance, e per l’invisibilità del dispositivo ortodontico. Un passaggio ulteriore e l’applicazione di faccette dentali per risolvere problemi di scheggiatura su più denti, causati dallo stesso affollamento.
Caso 8: Caso di affollamento dentario e denti superiori sporgenti
Paziente estremamente motivato ad allineare i propri denti ma tramite una terapia ortodontica estetica ed invisibile.
Il paziente presentava affollamento dentario superiore ed inferiore e forte sporgenza degli incisivi superiori.
E’ stato pertanto applicato un retainer attivo ad entrambe le arcate da canino a canino;
il paziente è stato controllato ogni 3-4 settimane e il filo è stato di volta in volta staccato nel tratto che si doveva attivare.
L’allineamento superiore è stato raggiunto in circa 2 mesi, l’inferiore in 6 mesi, per un risultato estetico e funzionale eccellente.
Caso 9: Caso di affollamento dentario e denti superiori sporgenti
Caso molto complesso di un paziente di 62 anni, con marcato affollamento all’arcata inferiore, con pregressi problemi parodontali che sono stati trattati e stabilizzati.
Nonostante le frequenti sedute di igiene il paziente non riusciva a mantenere pulito il settore frontale inferiore a causa della malposizione dentaria.
Rifiutava inoltre un trattamento ortodontico visibile e fastidioso.
Gli è stata pertanto proposta una terapia ortodontica invisibile mediante l’utilizzo di retainers attivi.
L’allineamento è stato raggiunto dopo circa 10 mesi di terapia, realizzando spostamenti lenti e frequenti sedute di ablazione del tartaro.
Il risultato finale è eccellente considerando la grave situazione iniziale.
Caso 10: Ortodonzia invisibile in caso di severo affollamento dentario inferiore
Caso di paziente con severo affollamento all’arcata inferiore e notevole difficoltà nell’effettuare le comuni manovre di igiene orale.
La richiesta di un trattamento invisibile e poco fastidioso effettuata dalla stessa ci ha spinti a realizzare una terapia linguale fissa senza attacchi.
La paziente è stata controllata ogni 3 settimane , e la terapia è durata circa 1 anno.
Ad allineamento ottenuto è stato applicato un retainer passivo.
Caso 11: Malocclusione caratterizzata da deep bite (morso profondo)
L’apertura del morso è ottenuta mediante un apparecchio ortodontico linguale fisso senza attacchi applicato ad entrambe le arcate dentarie.
Caso 12: Malocclusione caratterizzata da cross bite dentario e affollamento superiore ed inferiore
L’allineamento della dentatura e la risoluzione del cross bite (morso crociato) dell’incisivo laterale superiore di sinistra sono stati risolti mediante un apparecchio ortodontico linguale fisso senza attacchi applicato ad entrambe le arcate.
Domande Frequenti
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Autore Anna Mariniello
Odontoiatra ortodontista, iscritta all’ordine il 21/02/2005, con N° TO 2608 e membro di SIDO (Società Italiana Di Ortodonzia). È specialista in Ortodonzia ed esperta di Ortodonzia Invisibile senza attacchi. Autrice dell’Atlante di Ortodonzia Linguale fissa senza attacchi.