Lentamente un dente diventa nero. Magari è un processo lento ma questo può essere il sintomo di una condizione particolare. Vale a dire la necrosi dentale. Ciò significa che il dente muore per una causa che si può e si deve indagare. Ma è anche un campanello d’allarme per raggiungere subito il tuo dentista di fiducia e prenotare una visita: bisogna evitare il mal di denti legato agli effetti della necrosi pulpare.
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Cos’è la necrosi dentale, definizione
È una patologia che prevede la fase terminale delle parti note come polpa dentaria. Un dente va in necrosi quando i tessuti molli, la sua parte vitale, sono morti. Questa condizione si presenta perché nervi e vasi sanguigni che la compongono sono danneggiati in modo irreversibile per cause differenti.
Pur essendo una condizione dalla quale non è possibile tornare indietro, la necrosi dentale deve essere comunque trattata in modo corretto. Questo per evitare fastidiose e dolorose conseguenze.
Sintomi e cause della necrosi dentale
Le cause della necrosi dentale sono diverse. In molti casi la morte di un dente è stata causata da un forte trauma che ha interessato il dente al livello della polpa o da una carie non curata in tempo.
Capire se un dente è in fase necrotica non è sempre facile e immediato. In ogni caso ci sono alcuni sintomi a cui prestare attenzione che possono essere un campanello d’allarme per il paziente.
Il dente cambia colore
Un primo segnale che può avvertirci che il dente sta morendo è il cambiamento di colore. In caso di necrosi infatti l’elemento dentario tenderà a diventare più scuro o ad assumere un colore giallo o grigio.
Questo è dovuto al sangue che pigmenta il dente un po’ come quando si forma un livido sul ginocchio in seguito a un trauma. Un dente necrotico diventa nero sono nel caso in cui non viene trattato. O viene trattato in modo non adeguato e di conseguenza la variazione di colore aumenta nel tempo.
Il dente fa male
Un secondo sintomo della necrosi dentale è la crescita progressiva della sensazione dolorosa. Il livello del dolore percepito aumenta in base all’avanzamento dello stato di necrosi. Se all’inizio può essere quasi inesistente con il passare del tempo il dolore diventa più intenso e persistente.
Nel caso il paziente avverta la presenza di questi sintomi deve prenotare una visita dal proprio dentista che in base alla diagnosi decide se effettuare una devitalizzazione del dente o estrarre.
Come curare una necrosi dentale
Il trattamento della necrosi dentale può variare in base al suo livello di avanzamento. In genere dopo aver visitato attentamente il paziente, il dentista può decidere se devitalizzare il dente o estrarlo.
Questa seconda ipotesi viene presa in considerazione molto più raramente. Perché in genere si preferisce procedere con la devitalizzazione, una misura conservativa che se effettuata con diga di gomma e uso del microscopio elettronico offre risultati del tutto predicibili e controllati.
Anche nei casi in cui una carie abbia interessato le radici sotto gengiva si può spesso curare e salvare il dente. Ciò avviene abbassando la gengiva attorno ad esso con un intervento parodontale.
Devitalizzazione
La devitalizzazione dentale è una cura canalare con rimozione della polpa dentale e del tessuto necrotico dai canali del dente. Innanzi tutto viene estratta la polpa e vengono puliti in accuratamente sia la cavità che i canali radicolari. Successivamente questi vengono riempiti con del materiale bio-compatibile (ad esempio la guttaperca), infine viene ricostruito il dente con materiale composito.
Il trattamento non è doloroso, viene fatto sotto anestesia e nella maggior parte dei casi il decorso operatorio non dà problemi. La mancata riuscita di una devitalizzazione nel tempo dipende il più delle volte dal mancato utilizzo della diga di gomma. O di un sistema ingrandente durante l’esecuzione.
Estrazione
Estrarre il dente rappresenta sempre una seconda scelta che viene praticata solo quando l’elemento dentario non può essere salvato. In genere dopo l’estrazione viene eseguito un intervento di implantologia dentale per restituire funzionalità ed estetica al sorriso del paziente.
Necrosi trascurata, quali conseguenze?
Lo stato di necrosi dentale non va trascurato in quanto può provocare fastidiose conseguenze come infezioni nell’osso. Tra le complicanze più comuni di una necrosi non trattata ci sono:
- Ascesso apicale, pus alla radice di un dente causato da un’infezione diffusasi dal dente ai tessuti.
- Granuloma apicale, un’infiammazione cronica dei tessuti che circondano l’apice della radice.
- Cisti radicolare, cisti delle radici che si sviluppano in seguito a patologie infettive dei tessuti interni.
- Parodontite apicale, infiammazione del parodonto a seguito di un’infiammazione della polpa.
Quindi, cosa fare se il dente è in necrosi? Di sicuro il primo passaggio utile è quello di seguire delle visite dal dentista per evitare che il dente diventi nero e dolorante. Poi bisogna agire il prima possibile.
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