L’infezione all’impianto dentale, o perimplantite, è dovuta agli stessi agenti patogeni che causano la parodontite e rappresenta una delle principali cause della perdita dell’impianto nel tempo. Ma ci sono delle cure efficaci.
Se diagnosticata nelle fasi iniziali è possibile porvi rimedio senza intervento chirurgico, mentre nel caso in cui l’infezione sia già arrivata a interessare l’osso che ospita l’impianto diventa indispensabile la chirurgia.
È quindi essenziale riuscire a riconoscerla in tempo e sottoporsi alle cure necessarie per risolvere il problema. Non bisogna confondere la perdita di un impianto per perimplantite dalla perdita di un impianto nelle settimane o nei mesi subito successivi al suo inserimento. La perimplantite è un processo cronico piuttosto lento.
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Cos’è la perimplantite, definizione tecnica
La perimplantite è un infezione batterica degli impianti dentali che può comparire diversi anni dopo l’intervento. Questo problema può verificarsi quando i batteri si accumulano intorno all’impianto e causano un’infiammazione dei tessuti gengivali e ossei circostanti. La perimplantite può portare a perdita di osso e impianto.
Perché si forma l’infezione all’ impianto dentale
La causa principale: accumulo di placca e tartaro per scarsa o scorretta igiene orale domiciliare e mancanza di sedute di igiene orale professionale. Queste, nei soggetti predisposti a parodontite e perimplantite, dovrebbero avere una frequenza trimestrale. Altre cause di infezione all’impianto dentale per perimplantite:
- Predisposizione genetica come per la parodontite.
- Corona imprecisa con maggior accumulo di placca attorno all’impianto.
- Mancanza del punto di contatto e food impaction (accumulo di cibo e placca tra i denti).
- Presenza di cemento sotto gengiva che viene colonizzato da batteri.
Quest’ultima è altra causa diffusa delle perimplantiti. Per questo si preferiscono protesi avvitate. Infatti l’infezione agli impianti è legata alle condizioni che determinano maggior accumulo di placca e tartaro sotto gengiva.
Come riconoscere una perimplantite
Hai subito un ascesso dopo l’impianto dentale? Nel caso in cui la perdita di un impianto al dente si manifesti poco tempo dopo aver effettuato un intervento di implantologia dentale, quindi prima che sia avvenuta l’osteointegrazione, la probabile causa non è da ricondurre alla perimplantite. E può essere:
- Insufficiente sterilizzazione del campo operatorio.
- Surriscaldamento dell’osso.
- Mancanza di stabilità primaria al momento del suo inserimento.
- Sovraccarico occlusale della vite implantare.
Come si riconosce? In genere l’infezione si manifesta con sanguinamento spontaneo e gonfiore della zona interessata, presenza di sapore metallico alla salivazione e per ultimo mobilità dell’impianto dentale.
Infezione impianto dentale, i sintomi
La perimplantite agisce in modo simile alla parodontite. Quindi provocando un’infiammazione dell’impianto dentale, il riassorbimento osseo attorno agli impianti e l’inevitabile perdita della protesi.
Ad ogni modo l’infezione riguardante gli impianti dentali è un processo lento, le cui conseguenze più gravi come appunto la perdita dell’impianto dentale possono essere evitate mediante interventi chirurgici di rigenerazione ossea. Quando l’impianto è mobile a differenza degli elementi dentari è sempre perso.
In ogni caso se sono presenti i sintomi della perimplantite è necessario contattare immediatamente un implantologo e parodontologo esperto per una visita approfondita e degli esami radiografici. Una radiografia endorale, un sondaggio parodontale ed un esame clinico saranno sufficienti per fare diagnosi di perimplantite.
Come si cura la perimplantite e l’infezione
Se l’infezione batterica viene diagnosticata nelle fasi iniziali è possibile porvi rimedio con un’accurata igiene dentale professionale. Un apparecchio fondamentale per la pulizia professionale delle superfici implantari?
L’AirFlow che mediante un getto di polvere sottilissima di Eritritolo che ha una granulometria di appena 14 μm permette un getto minimamente abrasivo e selettivo in grado di rimuovere efficacemente la placca attorno alla superficie dell’impianto senza alcun danno su tessuti molli e duri.
Le cose si complicano un po’ se la perimplantite ha già attaccato l’osso che ospita l’impianto, in questo caso diventa indispensabile un intervento chirurgico mirato a rigenerare l’osso attorno all’impianto dentale.
Se la situazione è molto compromessa sarà necessario procedere chirurgicamente con la rimozione dell’impianto, così da eliminare l’infezione e rigenerare l’osso che ospiterà il nuovo impianto. Oggi esistono dei kit per la rimozione semplice e atraumatica degli impianti. In ogni caso questa è la terapia per infezione all’impianto dentale.
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Come prevenire la perimplantite?
Per evitare che possa insorgere un’infezione all’impianto dentale, il paziente deve impegnarsi in modo scrupoloso a curare la propria igiene orale domiciliare e seguire tutte le indicazioni del chirurgo. Al termine di un intervento di implantologia infatti, il paziente riceverà una breve guida in cui sono elencati i comportamenti corretti da mantenere sia nelle ore immediatamente successive all’inserimento degli impianti sia dopo mesi.
Importanti per la prevenzione della perimplantite sono i controlli periodici programmati dopo l’intervento e le sedute di igiene professionale. Durante le visite di controllo e di igiene professionale il dentista potrà verificare lo stato di salute dell’impianto ed eventualmente intercettare tempestivamente i primi sintomi di perimplantite.
Se il paziente è un fumatore dovrà impegnarsi a eliminare o limitare il consumo di sigarette. Il tabagismo infatti è una concausa delle infezioni del cavo orale ed è in grado di accelerare tutti i fenomeni infettivi e infiammatori.
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