Gli impianti dentali sono dei dispositivi medici di tipo chirurgico che si possono mettere anche con poco osso. Permettono la sostituzione dei denti naturali con una artificiale. L’implantologia è quella branca dell’odontoiatria che studia le tecniche per riabilitare un paziente edentulo totale o parziale mediante l’utilizzo di impianti dentali.
Nella fattispecie gli impianti dentali sono delle viti in titanio che avvitate e osteointegrate nell’osso simulano una radice dentaria. Ma sono veramente efficaci come i denti naturali? Durano lo stesso numero di anni o meno?
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Conviene sempre conservare i denti naturali
È importante fare una premessa. È sempre meglio conservare quando possibile il dente naturale. Spesso anche denti che si muovono possono essere recuperati con un adeguato trattamento parodontale. L’impianto dentale sostituisce in modo eccellente un dente ormai perso, non un dente che è ancora presente nella propria bocca.
Oggi, se perdiamo una gamba, esiste la possibilità di applicare delle protesi estremamente performanti al posto dell’arto perso, ma nessuno si farebbe amputare una gamba per farsi applicare una di queste protesi.
Lo stesso deve valere per i nostri denti definitivi. Vediamo perché. Per quanto la tecnologia abbia fatto passi da gigante un impianto non ha ancora le stesse caratteristiche e le stesse performance di un dente naturale.
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Il legamento parodontale: perché è importante
Il dente naturale è ancorato all’osso attraverso una struttura in collagene detta legamento parodontale mentre l’impianto è direttamente a contatto con l’osso. Il legamento parodontale, che si interpone tra la radice del dente e l’osso alveolare, è un tessuto connettivo molle composto da fibre collagene diversamente orientate.
Questo ammortizza di fatto il dente durante la masticazione conferendo un’elasticità all’intero apparato masticatorio. Gli impianti non sono ammortizzati e la masticazione in pazienti con impianti è molto più rigida.
Inoltre, il legamento parodontale è anche responsabile della propriocezione dentale ossia della percezione del rapporto spaziale tra le arcate dentarie durante la masticazione. In pratica ci fa sentire cosa mangiamo.
I propriocettori presenti sul legamento parodontale informano il cervello sulla consistenza del cibo che stiamo masticando adeguando e regolando in modo automatico intensità e velocità di masticazione.
Esempio: quando mangiamo un chicco d’uva e incontriamo tra i nostri denti un seme, con i denti naturali adeguiamo il carico masticatorio. Gli impianti non consentono propriocezione e questo limite si evidenzia soprattutto quando abbiamo sostituito tutti i denti con implantologia a carico immediato.
Il ruolo del metabolismo osseo dei denti naturali
Sempre il legamento parodontale stimola il metabolismo osseo. Per questo motivo, quando si perde un dente il processo alveolare viene gradualmente riassorbito. In pratica, la presenza di un dente naturale attraverso il legamento parodontale mantiene il volume di osso e gengiva attorno al dente stesso.
Gli impianti dentali, essendo direttamente a contatto con l’osso, non sono in grado di stimolarne il metabolismo per cui man mano che passa il tempo l’osso si riassorbe. Qual è il risultato di questa riflessione?
È sempre meglio ritardare il più possibile l’inserimento di impianti. Perdere tutti i denti a 30 anni vuol dire arrivare a 60 anni senza più osso e gengiva a tal punto da non riuscire più ad avere una riabilitazione di tipo fisso.
Differenza tra dente naturale e impianto
A prescindere dalle implicazioni mediche, molti pazienti chiedono se ci sarà una differenza estetica tra un impianto dentale e uno naturale. E se si noteranno divergenze cromatiche o di forma notabili anche a occhio nudo. Basta guardare l’immagine con l’esempio in basso per avere una prima risposta.
Nel riquadro rosso notiamo un impianto dentale, nello specifico un incisivo laterale della mandibola (quindi sopra). L’espetto estetico è simile a quello dei denti normali grazie all’intervento del protesista e dell’odontotecnico che creano la protesi estetica, rispettando pigmentazione e forma.
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