Faccette dentali in ceramica

Faccette dentali e corone in disilicato di litio

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TECNICA CONSERVATIVA

Usiamo faccette in ceramica che permettono un approccio poco invasivo. Questo significa che il dente viene limato il minimo necessario. La resistenza, però, è quella del dente naturale.

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Con le faccette correggi imperfezioni estetiche, piccoli traumi, macchie e buchi tra i denti causati da parodontite. Questo con una protesi studiata su misura, disegnata per la tua bocca.

Tecnica Coservativa Faccette Dentali

PRECISIONE DEL LAVORO

Studiamo il caso, ti mostriamo il risultato e applichiamo le faccette. Le faccette sono sottili, ma soprattutto applicate da professionisti specializzati in estetica del sorriso e materiali dentari.

Cosa sono le faccette dentali, definizione


Le faccette dentali sono sottili lamine di ceramica che vengono posizionate sulla superficie esterna dei denti e vengono usate per migliorare l’estetica (rendendo i denti più bianchi, chiudendo gli spazi neri interdentali, creando forme simmetriche, centrando la linea mediana) o per recuperare le funzioni masticatorie a seguito di traumi (denti fratturati, margini scheggiati) o usura dentaria.

Come ad esempio bruxismo, digrignamento, mangiare le unghie e mordere i tappi delle penne. La vita media di una faccetta è di circa 8-10 anni, come per qualsiasi protesi fissa. Tuttavia, con una accurata manutenzione, la durata di una faccetta può essere di oltre 20 anni.

Nel caso subentrino problemi o, nel tempo, l’estetica del sorriso si modifichi per i fisiologici processi di invecchiamento, una faccetta può essere rimossa tramite limatura (esattamente come nel caso dello smalto naturale) e sostituita con una nuova faccetta o una corona.

Come si applicano le faccette dentali

Le faccette dentali in ceramica sono restauri adesivi minimamente invasivi ad alta valenza estetica. Grazie a preparazioni minimali limitate allo smalto dentario o addirittura senza toccare in alcun modo la superficie dei denti con restauri “addizionali” (tecnica “no-prep”), è possibile realizzare faccette di spessore medio pari a 0.5 mm per ritrovare un sorriso perfetto.

La tecnica “no-prep” prevede la possibilità di applicare delle faccette senza limare in alcun modo i denti ma solo condizionandone le superfici con appositi adesivi. In linea con la cosiddetta “minimal intervention dentistry” (odontoiatria minimamente invasiva), tale approccio è estremamente conservativo, dal momento che non interferisce in alcun modo con la struttura e la resistenza dei denti.

Ovviamente, devono sussistere le condizioni cliniche per fabbricare delle faccette senza limare i denti, quali, ad esempio, diastemi (spazi tra i denti),triangoli neri a livello gengivale (causati da parodontite), necessità di aumentare il volume e/o la lunghezza dei denti storti.

Previsualizzazione mediante mock-up

Prima di realizzare le faccette, i pazienti vengono sottoposti ad una “prova” che si chiama “mock-up” e viene effettuata senza che i denti vengano preparati o danneggiati in alcun modo. Dopo aver registrato delle impronte per studiare accuratamente il caso e formulare il più corretto piano di trattamento, la forma ideale dei denti viene ricostruita in cera su un modello o al computer tramite programmi dedicati.

Questa procedura permette di ottenere delle mascherine per applicare un sottile strato di resina direttamente sui denti dei pazienti e previsualizzare il possibile risultato finale, come se si trattasse di lenti a contatto che permettono di verificare l’effetto estetico e di apportare eventuali modifiche al progetto protesico, cambiando la forma e la lunghezza dei denti.

Tecniche diverse per le faccette dentali

Le faccette sono sottili lamine di ceramica che vengono cementate sulla superficie esterna dei denti per migliorare l’estetica (denti scuri, scheggiati, chiusura di spazi tra i denti o ripristinare la funzione (denti consumati a seguito di usura, abrasione e/o erosione).

La tecnica no-prep si abbina spesso alla realizzazione di restauri parziali chiamati “addizionali”: qualora non sia necessario ricoprire l’intera superficie di uno o più denti, è possibile fabbricare dei piccoli frammenti di ceramica che possano essere cementati.

Questo laddove necessario, per riempire uno spazio o ripristinare, ad esempio, una cuspide fratturata. Analogamente, oggi è possibile realizzare anche sottilissime corone in disilicato di litio (“full veneers”), nei casi in cui sia necessario ricoprire interamente la superficie dentaria (denti molto distrutti da carie, denti consumati per usura o abrasi da sostanze chimiche, come gli acidi alimentari, etc.).

Il ridottissimo spessore di queste corone (fino a 0.3 mm) permette di realizzare delle preparazioni minimamente invasive o di non toccare affatto con le frese i denti. Ciò permette di risparmiare quantità di smalto e dentina e di non devitalizzare i denti per le corone protesiche.

Tali restauri non interferiscono con la salute dei tessuti parodontali, dal momento che le preparazioni non raggiungono i margini gengivali, pur garantendo un ottimale mimetismo dei restauri, grazie all’impiego di materiali altamente estetici e privi di metallo.

A cosa servono le faccette dentali

Molti pazienti che si rivolgono a un odontoiatra con finalità estetiche, sono talvolta indecisi sull’applicazione di faccette dentali o sul praticare uno sbiancamento in profondità. Nella pratica, lo sbiancamento dentale agisce sul colore ed è una pratica meno invasiva rispetto alle faccette estetiche che in quanto protesi, agiscono sulla forma del dente.

Le faccette in ceramica permettono di correggere anomalie di forma e volume (chiusura di triangoli neri interdentali e diastemi, denti conoidi), pigmentazioni e discromie come macchie da nicotina e/o caffeina, restauri in composito ingialliti, malposizioni e difetti congeniti dello smalto (cfr. fluorosi, amelogenesi imperfetta), conferendo armonia al sorriso anche con una posizione dei denti non ottimale.

C’è da aggiungere che la manutenzione da parte del paziente è nulla, anche perché non sono rimovibili. Bisogna solo seguire la corretta igiene orale e lavare i denti. Ma anche passare il filo interdentale come sempre.

Le faccette consentono di ripristinare le corrette funzioni di guida occlusale dei denti, allungando i margini fratturati o usurati a seguito di invecchiamento. Bisogna valutarne l’utilizzo durante il primo appuntamento dal dentista, e può essere utile prendere in esame soluzioni alternative come forme specifiche di sbiancamento in caso di denti macchiati in profondità, o l’utilizzo di ricostruzioni incollate al dente, il cui costo è mediamente inferiore a quello delle faccette. Queste ultime sono indicate in caso di piccole scheggiature o variazioni di forma.

Il Disilicato di Litio

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Le faccette dentali sono sempre la soluzione migliore?


Pur essendo un trattamento fortemente conservativo e molto meno aggressivo rispetto alle tradizionali corone protesiche (anche dette “capsule”), non sempre le faccette rappresentano il trattamento di prima scelta o, comunque, possono essere l’ultimo passaggio di trattamenti interdisciplinari mirati a risparmiare la maggior quantità possibile di tessuti dentari (smalto e dentina).

Quando non è consigliabile realizzare faccette in ceramica? Non esistono controindicazioni assolute al trattamento con faccette ma in alcuni casi esistono trattamenti ancora più conservativi che possono essere risolutivi di per sé o preparatori alla realizzazione di faccette ancora più sottili e che, pertanto, permettono di risparmiare smalto.

Dove si usano le faccette dentali in ceramica?

Le faccette possono essere applicate ad entrambe le arcate dentarie, su uno o più denti. Generalmente, vengono utilizzate per il restauro dei denti anteriori (incisivi e canini) ma in condizioni specifiche possono essere applicate anche sui premolari. Qualora sia necessario il restauro estetico dei molari (che sono sottoposti a carichi masticatori molto elevati), è preferibile ricorrere a restauri a copertura parziale, che coprono, cioè, sia la parte esterna che la superficie masticatoria, così da garantire un migliore comportamento biomeccanico.

Denti scuri o pigmentati: cosa fare e cosa significa

A volte i denti possono diventare scuri a seguito di traumi o terapie endodontiche (devitalizzazioni). Spesso, in questi casi, si forma una sorta di ematoma (livido) all’interno dei tubuli dentinali a seguito di stravasi di sangue o di sostanze chimiche che vengono utilizzate durante le devitalizzazioni. In queste situazioni non è sempre necessario ricorrere a delle faccette ma può essere sufficiente effettuare delle sedute di sbiancamento con sostanze che sono in grado di rimuovere i pigmenti all’interno del dente, restituendo il colore originale.

Qualora lo sbiancamento non sia sufficientemente efficace (ogni paziente risponde in maniera differente agli agenti sbiancanti) ed il colore ottenuto non sia del tutto soddisfacente, allora si potrà procedere alla realizzazione di una faccetta in ceramica.

È bene sottolineare, tuttavia, che lo sbiancamento di un dente scuro prima di fabbricare una faccetta è una terapia sempre consigliabile, dal momento che, più chiaro è il dente, minore sarà la quantità di smalto che dovrà essere rimossa. Infatti, quanto più è chiaro il colore base di un elemento dentario, tanto più sottile potrà essere la faccette in ceramica.

Perché i denti si macchiano: cause e prevenzione

In altri casi, invece, i denti possono presentare un colore non uniforme o pigmentazioni di vario genere (definite “endogene” e che possono presentarsi come macchie, bande orizzontali, striature, etc.) che possono essere dovute a condizioni genetiche (amelogenesi imperfetta, fluorosi, ipo- o iper-mineralizzazione, celiachia, etc.) o all’utilizzo di antibiotici (tetracicline, anche durante la gravidanza materna, dal momento che in quel periodo dello sviluppo embrionale, i tessuti dentari possono già subire modifiche del colore). In queste situazioni, si può ricorrere a trattamenti microabrasivi o a ricostruzioni in composito, a seconda della localizzazione e della profondità di questi difetti dello smalto. Qualora questi trattamenti non ottengano il risultato desiderato, si potrà ricorrere alle faccette dentali.

Anche abitudini alimentari (massiccio consumo di cibi e/o bevande colorate, come caffè, the, succhi di frutta, vino rosso, etc.) ed il tabagismo (fumo di sigaretta, sigaro, pipa, etc.) possono macchiare la superficie dei denti. In questo caso, tuttavia, si tratta per lo più di pigmentazioni molto superficiali (che vengono definite “esogene”) che possono essere rimosse con polveri microabrasive e paste per lucidatura.

Denti scheggiati o con piccole abrasioni

Nel caso di piccole scheggiature, localizzate per lo più sui margini dei denti anteriori, una faccetta in ceramica può rappresentare un trattamento eccessivamente aggressivo. In questi casi, il primo approccio è rappresentato sempre da ricostruzioni in composito, materiali bianchi che vengono applicati mediante adesivi direttamente sulla superficie dei denti.

A differenza delle faccette che, per quanto minimale, richiedono sempre la preparazione della superficie dei denti con la conseguente asportazione di una minima quantità di smalto, i compositi vengono applicati solo in corrispondenza della zona scheggiata, così da ricostruire la sostanza dentale andata perduta. Tuttavia, rispetto alle ceramiche, i compositi sono materiali più elastici e tendono a consumarsi col tempo. Essendo materiali resinosi, i compositi tendono a diventare opachi e devono essere periodicamente rifiniti e lucidati.

Qualora una ricostruzione in composito tenda a scheggiarsi nuovamente, a seguito, ad esempio di parafunzioni come il bruxismo, o nel caso in cui sia necessario ripristinare la funzione di un elemento dentario con un materiale più resistente, il trattamento con faccette in ceramica risulta indicato e può essere effettuato anche in presenza di precedenti ricostruzioni in composito.

Denti disallineati o con ampi spazi (diastemi)

Nel caso di disallineamenti dentari o di spazi tra, i denti (detti “diastemi”), il trattamento di prima scelta è sempre l’ortodonzia, branca dell’odontoiatria che permette di spostare i denti riportandoli in una posizione ideale. Tale approccio, permette di chiudere gli spazi e di riallineare senza intaccare in alcun modo la struttura del dente e, in particolare modo, lo smalto. Va sottolineato, tuttavia, che la durata di una terapia ortodontica è senza dubbio più lunga rispetto ad un trattamento con faccette in ceramica.

Talvolta, la forma dei denti è tale da non ottenere un completo riempimento degli spazi (in particolar modo dei triangoli neri interdentali) anche dopo una terapia ortodontica. In questi casi, pertanto, nell’ambito di un trattamento interdisciplinare, l’ortodonzia rappresenta una fase di preparazione per realizzare delle faccette in ceramica estremamente sottili, così da rimuovere la minor quantità possibile di smalto.

In presenza di denti triangolari e con spazi neri accentuati (a seguito di malattia parodontale), le faccette vengono utilizzate dopo una terapia ortodontica per ottimizzare la forma dei denti e migliorarne colore e forma, in modo da ottenere un risultato estetico ideale.

Indicazioni e controindicazioni per le faccette dentali


Il trattamento non presenta controindicazioni assolute e può essere eseguito a qualsiasi età. Nel caso di giovani pazienti che non abbiano ancora completato la crescita (circa 16 anni per le femmine e 18 per i maschi), è preferibile utilizzare faccette dentali in resina composita, materiale che può essere modificato e/o rimosso più facilmente nel corso del tempo.

Le faccette dentali in ceramica possono essere realizzate in presenza di ricostruzioni in composito (frequenti nei pazienti che abbiano scheggiato o consumato i denti). Purché il materiale da otturazione non presenti infiltrazioni (colorazione scura dei margini) o carie secondarie.

Faccette-dentali-in-ceramica
DT Vincenzo Mutone

Anche i denti devitalizzati possono essere ricoperti con questi sottilissimi manufatti. In presenza di denti fortemente discromici (denti tendenti al giallo scuro, al marrone o addirittura al nero a causa di precedenti devitalizzazioni o difetti dei tessuti dentari, come amelogenesi imperfetta, fluorosi o pigmentazioni da tetracicline), tuttavia, è preferibile effettuare prima uno sbiancamento.

Il Disilicato di Litio e le faccette dentali


Le moderne tecnologie dei materiali permettono, oggi, di impiegare vari tipi di ceramica per la realizzazione delle faccette, dalle tradizionali ceramiche feldspatiche altamente traslucenti alle più recenti ceramiche a base di disilicato di litio ad elevata resistenza. È evidente che per riabilitazioni effettuate con questi materiali l’utilizzo del microscopio o di sistemi ingrandenti risulta quasi indispensabile.

Le ottimali proprietà meccaniche e l’elevata resistenza a frattura del disilicato consentono di realizzare faccette definitive in situazioni biomeccanicamente non ideali, come nei pazienti portatori di bite o nel caso di severa usura dei margini incisali. Un semplice sbiancamento non può ripristinare la bellezza naturale del sorriso a 20 anni, ma occorre ripristinare la forma originale, precedente al processo di usura.

Sia le ceramiche feldspatiche che il disilicato di litio, cementati mediante tecniche adesive estremamente affidabili, garantiscono una eccellente integrazione biologica, risultati estetici ottimali ed elevata biomimetica, ripristinando le caratteristiche ottiche e meccaniche del dente naturale. Il risultato sarà significativo valutando il prima e dopo.

Per circa 2 settimane, fino alla realizzazione delle faccette definitive, il paziente porterà dei restauri provvisori in resina, così da ottenere una buona guarigione dei tessuti gengivali dopo la presa dell’impronta (che potrà essere tradizionale o digitale, utilizzando degli scanner intraorali). Le faccette provvisorie sono sottili e delicate e, durante il periodo di guarigione, il paziente dovrà avere la massima cautela, evitando di strappare il cibo (onde evitare scheggiature e decementazioni dei restauri temporanei) e limitando l’assunzione di alimenti liquidi e solidi che possano far scurire la resina. È importante ricordare che le faccette provvisorie non sono come le unghie finte.

L’impronta Digitale per le Faccette Dentali


Essendo la preparazione per faccette una tecnica non invasiva che non coinvolge lo spazio gengivale, è oggi possibile avvalersi degli scanner intraorali (Intra Oral Scanner o IOS) per rilevare una impronta digitale per faccette.

A differenze di quelle tradizionali, le impronte digitali non richiedono paste o materiali da impronta né portaimpronte che spesso risultato ingombranti e poco confortevoli per i pazienti. Gli scanner intraorali sono delle telecamere ad alta risoluzione che permettono di rilevare la forma dei denti e delle gengive nonché il colore dei tessuti, realizzando le faccette in maniera completamente digitale. Tale tecnica risulta molto confortevole e rapida e permette di verificare in tempo reale la precisione delle preparazioni.

Senza mock-up

Spesso questo approccio non richiede la somministrazione di anestesia locale. Successivamente, il file ottenuto dall’impronta viene inviato al laboratorio odontotecnico che produrrà i manufatti con un flusso di lavoro interamente digitale, riducendo i tempi di lavorazione ed ottenendo risultati altamente precisi e predicibili grazie alla lavorazione computerizzata CAD-CAM (Computer Aided Design-Computer Aided Manufacturing).

Diagnosi Estetica

La diagnosi estetica è mirata a valutare tutti fattori che permettono di integrare in modo armonico il sorriso nel contesto del viso. Si basa, pertanto, su una analisi facciale, che permette di analizzare simmetria e proporzioni del volto, e su una analisi dentaria, che consente di valutare i rapporti tra i denti ed i tessuti molli periorali.

L’analisi facciale prende in considerazione la linea mediana del viso (fronte-naso-mento), la linea bipupillare (che passa per le pupille oculari) ed il piano occlusale (che tocca i margini dentari) (Fig. 1). Tali piani di riferimento permettono di identificare eventuali asimmetrie che devono essere compensate nella fase di cura odontoiatrica (linea del sorriso “pendente”, deviazioni delle linee mediane, etc).

L’analisi dentaria va a valutare una serie di parametri che riguardano sia i denti che le gengive:
linea mediana superiore ed inferiore;
assi di inclinazione dentaria;
proporzioni intra- ed inter-dentali;
curvatura e margini incisali;
parabole gengivali;
papille interdentali;
embrasures interdentali;
colore e tessitura di superficie (sia dei denti che delle gengive).

In un sorriso ideale, le linee mediane superiore (Fig. 2, linea gialla tratteggiata) ed inferiore dovrebbero coincidere e gli assi longitudinali dei denti (Fig. 2, linee nere) dovrebbero convergere verso la linea mediana con una inclinazione progressivamente crescente passando dai settori anteriori a quelli posteriori. Questo conferisce pienezza e luminosità al sorriso.

Le proporzioni intra-dentarie (rapporto tra altezza e larghezza di ciascun dente) ed inter-dentarie (rapporto tra le dimensioni dei vari denti) dovrebbero rispettare rapporti armonici che si rifanno al concetto della proporzione aurea (Fig. 3).

In particolare, in un sorriso giovane ed in particolare nel sesso femminile, si parla di “dominanza degli incisivi centrali” che dovrebbero essere leggermente più grandi e più lunghi degli incisivi laterali per conferire luminosità al sorriso.

I margini incisali dei denti superiori dovrebbero seguire l’andamento del labbro inferiore durante il sorriso. Procedendo dai settori frontali a quelli posteriori, la curvatura costituita dall’insieme dei margini incisali dovrebbe progressivamente spostarsi verso l’alto (Fig. 4, linea gialla).

Le parabole gengivali dovrebbero essere tondeggianti ed armoniche, seguendo il profilo dei colletti dentari. I margini gengivali degli incisivi laterali superiori dovrebbero trovarsi in una posizione circa 1 mm più coronale (più in basso – Fig. 4, frecce blu) rispetto ai margini degli incisivi centrali e dei canini (Fig. 4, linea nera).

Le papille interdentali non dovrebbero mai presentare triangoli neri tra i denti (indice di perdita di tessuti parodontali) ma dovrebbero riempire del tutto lo spazio tra le superfici interdentali dei vari denti, spostandosi progressivamente in posizione più apicale (verso l’alto) procedendo dai settori anteriori a quelli posteriori (Fig. 5, triangoli rossi).

Le “embrasures interdentali” sono gli spazi tra i margini incisali dei denti. Tali spazi dovrebbero essere minimi tra gli incisivi centrali superiori ed aprirsi progressivamente man mano che ci si sposta verso i settori posteriori (Fig. 5, linee gialle tratteggiate). Una scorretta gestione di questi spazi può dare l’impressione che i denti siano tutti uniti (come nel caso di ponti poco naturali ed antiestetici).

Colore e tessitura di superficie (l’insieme delle caratteristiche macroscopiche e microscopiche delle superfici di denti e gengive) devono integrarsi correttamente nel viso di ciascun paziente. I denti tendono a diventare progressivamente più gialli o più grigi (trasparenti) con l’età, a causa dei fenomeni di invecchiamento e di usura. Il colore può essere corretto mediante sbancamento dentale o con ricostruzione protesiche (faccette e corone). Le gengive dovrebbero avere un colore rosa corallo. Alterazioni del colore, in particolare verso il rosso accesso o il viola, sono indice di sofferenza parodontale, come gengivite e parodontite nel caso dei denti naturali e mucosità e priimplantite nel caso di impianti dentali.

Tutti questi parametri devono essere attentamente analizzati prima di qualsiasi trattamento odontoiatrico mirato a ripristinare l’armonia del sorriso. La diagnosi estetica viene effettuata mediante l’esame clinico ed il rilevamento di fotografie e filmati. Successivamente, i modelli di studio vengono analizzati in articolatole e con l’ausilio di software che permettono di simulare anche visivamente il trattamento al computer ancor prima di intervenire in qualsiasi modo sul paziente.

A riposo, un sorriso giovanile ed armonico dovrebbe lasciar intravedere 1-2 mm degli incisivi centrali superiori (Figg. 6-7-8). Qualora i denti a riposo non si intravedano, il sorriso assume un aspetto “vecchieggiante” ed antiestetico, come avviene con il passare degli anni quando la perdita di elasticità dei tessuti periorali ed il riassorbimento delle ossa mascellari determina una introflessione (una sorta di caduta verso l’interno) del labbro superiore. Tale difetto può essere corretto protesicamente (con faccette o corone) o mediante ortodonzia.

I denti posteriori ed in particolare i premolari superiori possono essere inclinati leggermente verso l’esterno, in modo da riempire gli spazi neri che a volte si vedono nei settori laterali del sorriso (definiti “corridoi buccali”), conferendo pienezza e luminosità al sorriso.

Il sorriso gengivale (o “gummy smile”) è caratterizzato dall’eccessiva esposizione delle gengive durante il sorriso. Pur non rappresentando in genere un problema funzionale, tale caratteristica viene spesso percepita come antiestetica dai pazienti. Anche in questo caso, la correzione può essere effettuata mediante ortodonzia, chirurgia parodontale e protesi, secondo un approccio multidisciplinare mirato a ripristinare un rapporto armonico tra denti e gengive durante il sorriso. Quanto sopra riportato caratterizza una serie di parametri che devono essere valutati dal dentista per ogni singolo paziente, dato che le caratteristiche individuali di ogni persona sia a riposo che durante le funzioni dinamiche (sorriso, fonazione, masticazione) sono del tutto differenti. Gli schemi grafici ed i rapporti geometrici devono rappresentare solo il punto di partenza per individualizzare gli interventi ed i restauri necessari a ripristinare l’armonia e la luminosità del sorriso di ogni singolo paziente.

Mock-up e faccette dentali


È possibile pre-visualizzare tridimensionalmente il risultato finale di un trattamento estetico mediante una tecnica non invasiva definita “mock-up”. In sintesi, questa tecnica permette di provare il lavoro protesico finale direttamente in bocca ancora prima di iniziare le terapie.

Il mock-up consiste nel ricreare al computer o su modello la forma ideale dei denti da trattare e di creare una mascherina di trasferimento (anche mediante stampanti 3D) che permetta di applicare dei materiali compositi direttamente in bocca, sui denti non ancora preparati, come delle sottili lenti a contatto.

Ciò permette al paziente di valutare il risultato estetico ed al dentista di controllare le funzioni occlusali (masticazione, fonazione, etc.).
La tecnica del mock-up non è invasiva (non prevede la preparazione dello smalto) ed è completamente reversibile: qualora il paziente non sia soddisfatto del risultato, il mock-up viene facilmente rimosso senza alterare in nessun modo la forma originaria dei denti e senza danneggiare lo smalto.

Inoltre, il mock-up può essere facilmente modificato intraoralmente, aggiungendo o rimuovendo resina o modificando forma e volume dei denti.

Senza mock-up

Dopo il mock-up

Mockup a riposo

Il mock-up può simulare anche interventi di gengivectomia, ossia l’armonizzazione delle parabole gengivali in presenza di asimmetrie e/o dislivelli: in tal caso, la resina viene stampata a coprire i margini gengivali, così da simulare il risultato finale.

Qualora il risultato sia soddisfacente, il mockup viene utilizzato anche per guidare il chirurgo durante l’intervento di gengivectomia, effettuando delle incisioni minime e calibrate esattamente sulla forma finale desiderata.

Anche la comunicazione con il paziente viene positivamente influenzata da tale tecnica: infatti, il mock-up può essere fotografato e possono essere girati dei brevi video che mostrino al paziente in tempo reale le differenze tra la situazione iniziale e le modifiche determinate dallo stampo di previsualizzazione.

Manutenzione delle faccette dentali


Le faccette servono non solo a migliorare l’estetica dei denti ma anche a ripristinare le corrette funzioni masticatorie. Pertanto, pur prestando attenzione nel tempo evitando di incidere e strappare cibi troppo duri, i pazienti possono recuperare completamente le normali funzioni dentarie a seguito del restauro.

Il colore della ceramica rimane invariato nel corso degli anni mentre i margini cervicali (le aree di passaggio tra restauro e radice dentaria) possono subire un normale processo di pigmentazione legato all’invecchiamento fisiologico con conseguente colorazione tendente al giallo, esattamente come avviene per le radici dentarie naturali. Per evitare inestetismi indesiderati, è fondamentale che i pazienti mantengano una corretta igiene orale, utilizzando 3 volte al giorno spazzolino, filo interdentale e, in alcuni casi, l’idropulsore (o doccetta orale). Inoltre, sono fondamentali i controlli e le pulizie dei denti ogni 6 mesi, così da mantenere una corretta salute delle gengive ed intercettare ogni eventuale problema.

Periodicamente, può essere opportuno sigillare i margini di cementazione, così da eliminare possibili gradini causati dall’usura dentaria o dall’alterazione dello strato di cemento sulle superfici interne e non visibili.

Il restauro di un dente con una faccetta singola non interferisce in alcun modo con la fisiologica mobilità degli elementi dentari che, pertanto, possono andare incontro a micromovimenti, esattamente come accadrebbe anche in assenza delle faccette. Al fine di limitare questi spostamenti e di proteggere le faccette da stress indesiderati che intervengono per lo più durante la notte, è consigliabile utilizzare delle mascherine di protezione, così da prevenire lo sfregamento tra i margini in ceramica ed i denti dell’arcata antagonista ed evitare indesiderati fenomeni di spostamento e migrazione. Queste accortezze consentono una buona tenuta delle faccette dentali e le rendono preferibili all’incapsulare i denti.

Costo delle faccette dentali


Sul costo delle faccette dentali incidono diversi fattori.
La qualità del materiale utilizzato, la quantità dei denti da trattare, la posizione geografica dello studio, l’odontotecnico a cui si farà riferimento per realizzarle, infine ma non ultimo la preparazione e la competenza del protesista che segue l’intero lavoro.

Il costo medio di una faccetta dentale varia dai 600 ai 1000 euro.
In alcune città come Milano e Roma può raggiungere anche 1500 euro.
Spesso si vedono preventivi di faccette dentali ad un costo nettamente inferiore.
Quando i costi sono troppo bassi è difficile garantire una qualità minima che permetta al lavoro di durare nel tempo. Il rischio più alto che si può avere con delle faccette low cost è che si abbia un distacco o la rottura delle stesse. Infatti la faccetta dentale, essendo un manufatto protesico molto sottile e delicato, è estremamente sensibile alla precisione con cui è stato eseguito l’intero lavoro.
Ecco perché è così importante la competenza dell’odontoiatra che realizza le faccette e lo strumentario utilizzato, primo fra tutti l’uso di un microscopio ottico.

Domande Frequenti


Il vantaggio principale è senza dubbio la minima invasività rispetto a restauri tradizionali come le corone (capsule) che prevedono la limatura di tutto il dente, mentre la preparazione per faccette interessa solo la parte esterna e per pochi decimi di millimetro. Certamente, le faccette sono più invasive dello sbiancamento, ma quest’ultimo non agisce sui difetti di forma. Svantaggi veri e propri non esistono, se non controindicazioni “relative”, vale a dire condizioni che possono ridurre o eliminare del tutto la possibilità di realizzare le faccette, come nel caso di denti troppo distrutti, spazi troppo ampi, mancanza di denti intermedi, etc. Ovviamente, ogni caso va valutato individualmente e con un approccio multidisciplinare.

Casi Clinici


Qui di seguito una carrellata di anteprime riguardanti casi clinici di pazienti dello Studio Dentistico Cozzolino. Tutti i casi sono relativi a restauri in faccette in zona estetica. È possibile visionare le foto dei prima-dopo posizionate in verticale una sopra l’altra, divise per singoli casi.
Più giù, sempre in questa pagina, sono riportati per intero e in maniera meglio documentata gli stessi casi clinici. Per poter approfondire in maniera più dettagliata i singoli restauri portati a termine.

Caso 1: Trattamento minimamente invasivo di diastemi ed ipoplasia dello smalto con faccette in ceramica feldspatica


Paziente di sesso maschile di 22 anni con diastemi (spazi tra i denti), amelogenesi imperfetta ed ipoplasi dello smalto (difetti ed imperfezioni nella mineralizzazione dello smalto).

Il paziente è stato trattato con 4 faccette in ceramica feldspatica (incisivi centrali e laterali) e preparazioni minimali per conservare la maggior quantità possibile di tessuti dentari.

Visione preoperatoria extraorale a riposo (sinistra) e del sorriso (destra).

Visione preoperatoria intraorale: si notino i diastemi (spazi tra i denti) ed i difetti di mineralizzazione dello smalto.
Visione postoperatoria intraorale (4 faccette in ceramica feldspatica sugli incisivi centrali e laterali; Odt. Vincenzo Mutone).
Visione postoperatoria extraorale a riposo (sinistra) e del sorriso (destra).

Caso 2: Risoluzione di usura dentaria e morso coperto con faccette in disilicato di litio


Paziente di sesso maschile di 28 anni con usura severa dei denti anteriori. Avendo consumato lo smalto dentario a causa di un morso profondo e di parafunzioni occlusali (bruxismo, digrignamento, serramento), il paziente aveva assunto un aspetto “vecchieggiante” dovuto alla mancata esposizione dei margini degli incisivi superiori.

Il paziente è stato trattato con 6 faccette in disilicato di litio (incisivi centrali, incisivi laterali e canini) ad elevata resistenza, mediante preparazioni minimali che hanno permesso di allungare i margini incisali, recuperare le corrette funzioni occlusali (scivolamento in protrusiva e lateralità) e restituire al paziente un’estetica ottimale grazie al posizionamento delle faccette.

Visione preoperatoria extraorale a riposo (sinistra) e del sorriso (destra). Si noti come i margini incisali non siano visibili a riposo, conferendo un aspetto “vecchieggiante” al paziente, e come appaiano irregolari e frastagliati sorridendo.

Visione preoperatoria intraorale: si notino la carie cervicale sul canino destro e l’accorciamento dovuto ad usura dei margini incisali degli incisivi centrali e laterali che rendono i denti tozzi, mal proporzionati ed esteticamente poco gradevoli.
Preparazione mini-invasiva. Visione finale delle preparazioni minimali mantenute interamente nello smalto dentario (evitando fenomeni di sensibilità dentinale ed ottimizzando l’adesione delle faccette).
Visione postoperatoria intraorale (6 faccette in disilicato di litio sugli incisivi centrali, sugli incisivi laterali e sui canini; Odt. Vincenzo Mutone).
Visione postoperatoria extraorale a riposo (sinistra) e del sorriso (destra).

Caso 3: Faccette in ceramica feldspatica su denti anteriori


Caso di una paziente di 26 anni, che presentava la frattura dei margini incisali dei due incisivi centrali superiori.
La paziente riferiva di aver già provveduto alla ricostruzione di tali elementi dentari in due occasioni e che in entrambe le circostanze i restauri dei denti coinvolti erano andati in contro a frattura. Inoltre, la paziente lamentava un risultato estetico non soddisfacente. Si è proceduti alla realizzazione di due faccette in ceramica.

Tale tipologia di restauro adesivo permette di ripristinare estetica e funzione con un approccio conservativo e preparazioni minimamente invasive, pari ad uno spessore di circa 0.6 mm. L’utilizzo di questi materiali garantisce un risultato predicibile e duraturo, ed un’alta resa estetica, non andando incontro a discromie nel tempo, a differenza dei restauri in composito.

Prima del trattamento

Dopo del trattamento

Caso 4: Riabilitazione estetica minimamente invasiva mediante faccette in ceramica


Una paziente di sesso femminile di 33 anni di età richiedeva un miglioramento estetico e funzionale del gruppo anteriore mascellare precedentemente restaurato con faccette in composito.

All’esame obiettivo si rilevavano una marcata opacizzazione dei restauri ed una evidente usura generalizzata dei margini incisali del gruppo anteriore sia mascellare che mandibolare. Si optava per la realizzazione di 6 faccette in ceramica feldspatica, da canino a canino, con allungamento dei margini incisali, al fine di migliorare l’estetica e di ripristinare una corretta funzione.

Caso 5: Faccette in Disilicato di Litio su denti anteriori


Caso di una paziente di 26 anni, che presentava la frattura dei margini incisali dei due incisivi centrali superiori.
Paziente donna di 25 anni con evidente asimmetria della linea del sorriso e morso parzialmente aperto, a causa di agenesia degli incisivi laterali superiori con trasposizione e coronoplastica dei canini. Si evidenziano palesi discromie dentarie.

Caso trattato con 6 faccette in disilicato di litio ad alta valenza estetica e resistenza meccanica all’arcata superiore, con riempimento ed armonizzazione della linea del sorriso e ripristino delle corrette funzioni di guida occlusale.

Prima del trattamento ortodontico – morso aperto (con canini al posto dei laterali e premolari al posto dei canini).

Caso 6: Faccette dentali estetiche su denti anteriori


Immagine prima del trattamento (sinistra) – Immagine dopo il trattamento (destra). odt sig. Luigi De Stefano

Caso 7: Faccette in disilicato di litio in presenza di diastemi ed alterate proporzioni dentarie (rapporto altezza-larghezza) dopo gengivectomia


Visione frontale preoperatoria – Diastema interincisivo, margini incisali più corti dei denti 11 e 12, parabola gengivale più bassa del dente 11.

Visione laterale preoperatoria (lato destro paziente) – Diastema tra incisivo laterale e canino.

Visione frontale preoperatoria – Diastema interincisivo, margini incisali più corti dei denti 11 e 12, parabola gengivale più bassa del dente 11.

Visione frontale postoperatoria: 4 faccette in disilicato di litio sugli incisivi centrali e laterali.

Visione frontale postoperatoria: 4 faccette in disilicato di litio sugli incisivi centrali e laterali.

Caso 8: Faccette in disilicato di litio con mock-up gengivale


Paziente di sesso femminile con “gummy smile” (sorriso gengivale dovuto ad una eccessiva esposizione delle gengive). La paziente desiderava un miglioramento estetico, aumentando lunghezza volume dei denti ma senza ricorrere a trattamenti ortodontici o ad interventi chirurgici invasivi.

Pertanto, il caso è stato finalizzato con faccette e corone in disilicato di litio a seguito di gengivectomia (lieve incisione delle gengive per renderle simmetriche in base al progetto protesico stampato prima della preparazione dentaria mediante mock-up).

Visione preoperatoria

Pre-op

Overlapped mock-up

Mock-up gengivale: visione senza (sinistra) e con mock-up (destra) stampato sui denti prima della preparazione (quindi senza aver toccato lo smalto) per verificare il risultato funzionale ed estetico.

La freccia rossa mostra come non sia stata alterata la dimensione del canino superiore di sinistra mentre le linee tratteggiate gialle mostrano come il mock-up abbia permesso di allungare i denti sia a livello dei margini incisali che a livello delle gengive.

Visione postoperatoria frontale. odt sig. Luigi De Stefano

Visione postoperatoria laterale destra

Visione postoperatoria laterale sinistra

Bibliografia

Fabbri G, Sorrentino R, Cannistraro G, Mintrone F, Bacherini L, Turrini R, Bombardelli T, Nieri M, Fradeani M. Increasing the Vertical Dimension of Occlusion: A Multicenter Retrospective Clinical Comparative Study on 100 Patients with Fixed Tooth-Supported, Mixed, and Implant-Supported Full-Arch Rehabilitations. Int J Periodontics Restorative Dent. 2018 May/Jun;38(3):323-335.

Camposilvan E, Leone R, Gremillard L, Sorrentino R, Zarone F, Ferrari M, Chevalier J. Aging resistance, mechanical properties and translucency of different yttria-stabilized zirconia ceramics for monolithic dental crown applications. Dent Mater. 2018 Jun;34(6):879-890.

Zarone F, Ferrari M, Mangano FG, Leone R, Sorrentino R. “Digitally Oriented Materials”: Focus on Lithium Disilicate Ceramics. Int J Dent. 2016;2016:9840594. doi: 10.1155/2016/9840594. Epub 2016 Aug 18.

Autore Roberto Sorrentino


Odontoiatra protesista perfezionato in estetica del sorriso, iscritto all’ordine il 17/02/2003, con N° TO 2314. Past-President del “Membership & Recruitment Committeee” dell’International Association for Dental Research (IADR). Socio ordinario dell’Academy of Dental Materials (ADM) e della Società Italiana di Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo Facciale (SIOCMF). È stato Segretario nazionale della Società Italiana di Odontostomatologia Protesica ed Implantoprotesi (SIOPI). Ricercatore RTD-B in Protesi ed Odontoiatria Digitale presso l’Università Federico II di Napoli. Abilitazione a Professore Ordinario ed Associato nel 2017. Professore a contratto di “Protesi e Riabilitazione” presso le Università Federico II di Napoli e di Siena.


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