Per discromie dentali si intendono tutte le alterazioni del colore del dente che possono presentarsi come macchie o su tutta la superficie esposta dei denti.
Inoltre possono variare dal colore giallo al marrone oppure presentarsi come zone chiare rispetto allo smalto circostante.
Cosa determina il colore dei denti
Il colore dei denti è un fattore individuale e non è mai un bianco deciso, ad esempio come quello della porcellana. Il colore naturale dei denti presenta lievi sfumature che vanno dal giallo al grigio e che aumentano d’intensità dal bordo libero al colletto gengivale di ogni singolo dente.
Al contrario di quanto si possa pensare, il colore dei denti non dipende dallo smalto esterno, che è traslucido perché formato da cristalli di idrossiapatite, ma dalla dentina, cioè lo strato interno del dente che tende al giallo. Il colore dei denti, quindi deriva dalla combinazione cromatica tra smalto e dentina e qualsiasi cambiamento, fisiologico o patologico nella struttura di questi elementi, determinerà anche un cambiamento del colore del dente.
Cause della discromia dentale
Le cause delle discromie dentarie possono essere di diversa natura, legate a fattori intrinseci ed estrinseci.
Le discromie estrinseche vengono dall’esterno del dente e sono in genere reversibili.
Le discromie dentali di tipo estrinseco sono causate dall’assunzione di particolari cibi e bevande come liquirizia, caffè, vino rosso o alimenti che contengono coloranti artificiali, dall’abitudine al fumo, dalla formazione di placca e tartaro.
Le discromie intrinseche invece sono macchie situate in profondità, negli strati interni del dente. Possono essere diffuse sull’intera arcata o disposte a macchia.
Diversi sono i fattori che possono dare luogo alle discromie intrinseche come alcune malattie congenite, traumi o l’uso di alcuni tipi di farmaci. L’assunzione prolungata di sostanze come il fluoro, le tetracicline (gruppo di antibiotici) e la ciprofloxacina (antibiotico sintetico), può causare modifiche nel colore del dente.
Le tetracicline, se vengono somministrate durante lo sviluppo del dente, possono legarsi alla dentina producendo variazioni di colore che vanno dal giallo/marrone al grigio. Dato che lo sviluppo dei denti inizia già durante la vita intrauterina completandosi intorno agli 8 anni, è sconsigliabile assumere questo tipo di farmaci in gravidanza e durante l’infanzia.
Anche il fluoro, di solito dato ai bambini per prevenire la carie, in caso di sovradosaggio può provocare ipomineralizzazione dello smalto che nei casi più lievi si manifesta con la comparsa di piccole macchie bianche mentre in quelli più gravi provoca la comparsa di estese aree dal colore bianco opaco, macchie brune e avvallamenti dello smalto sulla maggior parte della superficie del dente.
Le discromie intrinseche dentali sono irreversibili.
Trattamento delle discromie dentali
Dopo un’attenta visita e dopo aver valutato il tipo di discromia dentale (intrinseca o estrinseca) il dentista può sottoporre il paziente al tipo di trattamento adatto al suo caso.
Generalmente per cancellare macchie dei denti prodotte da fattori estrinseci è sufficiente un’accurata pulizia dei denti, mentre per quelle causate da fattori intrinseci è necessario ricorrere allo sbiancamento dentale professionale.
Ricordiamo a questo punto che esistono diverse pratiche per lo sbiancamento dentale fai da te, ma in genere le sconsigliamo, perché possono provocare chiazze sui denti o abrasioni dello smalto nei casi peggiori.
In casi più gravi la giusta soluzione può essere ricorrere all’applicazione di faccette dentali in ceramica, queste sono restauri adesivi minimamente invasivi e ad alta valenza estetica.
Oggi, infatti, grazie all’impiego di materiali come il disilicato di litio, si realizzano corone sottili e resistenti, come le full veneers, che permettono di incapsulare il dente dopo averlo limato pochissimo e in alcuni casi senza rimuovere del tutto lo smalto naturale dei denti.