In uno studio dentistico è importante avere una sezione ben sviluppata che si dedica alla chirurgia orale. Ovvero le operazioni che permettono di risolvere condizioni che non possono essere più affrontate con la semplice conservativa. Vuoi approfondire l’argomento? Noi possiamo aiutarti grazie a un’esperienza solida sull’argomento.
Cos’è la chirurgia orale, definizione
Indice dei contenuti
La chirurgia orale, nota anche con il nome di chirurgia odontostomatologica, dal greco antico odontos (dente) e stoma (bocca), si occupa di tutta una serie di interventi chirurgici tesi a porre rimedio a situazioni biologiche e anatomiche problematiche e divenute in alcuni casi irreversibili che minano la salute del paziente.
Quindi, l’intervento odontoiatrico comprende un ampio numero di operazioni eseguite in anestesia locale come ad esempio: estrazioni dentarie, asportazione di cisti, apicectomie, chirurgia ortodontica, frenulectomie, ricostruzione e/o rigenerazione guidata delle ossa mascellari, interventi di parodontologia e implantologia.
Le operazioni chirurgia dentale sono dolorose?
Ogni intervento di chirurgia orale viene eseguito in anestesia locale, completamente indolore. In casi particolari, o quando il paziente lo richieda, è possibile eseguire interventi di chirurgia orale anche in anestesia generale o in sedazione, con il fine di minimizzare lo stress e l’ansia durante l’intervento. E dopo l’operazione sentirò dolore?
Oggi la chirurgia orale è orientata verso un approccio minimamente invasivo teso a minimizzare gli esiti post-operatori per il paziente. Proprio per questo il nostro studio si avvale di importanti ausili quali la microscopia, la chirurgia sonica, la chirurgia computer guidata e tutta una serie di strumenti chirurgici dedicati. Il microscopio permette una mini invasività chirurgica e una maggiore precisione nell’esecuzione dell’intervento
La chirurgia sonica è una nuova tecnica che sfrutta un manipolo ad oscillazione sonica per “tagliare” i tessuti duri (osso e denti), in caso di interventi. Il taglio sonico è in grado di tagliare i tessuti mineralizzati con grande efficacia nel massimo rispetto dei tessuti molli ai quali non si reca danno neppure in caso di contatto accidentale.
Tale tecnica di chirurgia dentale attraverso vibrazioni micrometriche assicura una grande precisione di taglio che permette all’operatore di avvicinarsi notevolmente a strutture di grande delicatezza come il nervo alveolare o la membrana che riveste il seno mascellare senza arrecare danni.
Alcuni tipi di operazioni dentarie
Come anticipato, nel tema della chirurgia orale troviamo diverse tipologie di interventi che possono riguardare patologie anche molto distanti. Ecco un elenco di cosa rientra nella voce di chirurgia dentistica.
Estrazioni
L’estrazione o avulsione dentaria è un intervento odontoiatrico necessario quando un dente non risulti più recuperabile a causa di frattura, carie molto profonda, mobilità irreversibile in seguito a malattia parodontale o per scopi ortodontici. In caso di grave affollamento dentario, nell’ambito di un trattamento ortodontico si ricorre all’estrazione di denti sani (ad es. i premolari) al fine di garantire spazio di manovra per poter riallineare i denti.
Estrazioni Atraumatiche
Oggi è possibile estrarre i denti in modo atraumatico. Tale tecnica, detta EWF (Extraction Without Forceps) prevede l’utilizzo delle leve senza usare le pinze per l’estrazione del dente. Attraverso un attento uso delle leve, è possibile esercitare pressioni con il minimo sforzo. Non si ha in questo modo la percezione della reale forza applicata.
Inoltre attraverso l’utilizzo di leve si riducono di molto i rischi di frattura radicolare. Questo avviene perché la leva applicando la forza in un solo punto spinge il dente nella direzione di minore resistenza. La pinza invece costringe l’elemento dentario ad andare nella direzione da noi imposta aumentando così i rischi di frattura radicolare.
In alto c’è il video di un’estrazione del dente del giudizio con leva (E.W.F. – Extraction Without Forceps). In caso di estrazioni di radici incluse, l’utilizzo del microscopio operatorio permette massimo controllo e minore invasività.
Infine l’utilizzo della chirurgia sonica permette di essere molto più conservativi nei riguardi dell’osso e di evitare il suo surriscaldamento riducendo di molto il gonfiore post-operatorio. L’utilizzo di frese che vibrano (soniche) anziché ruotare permette inoltre di operare in maggiore sicurezza nei riguardi delle strutture nervose e arteriose.
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Classificazione estrazioni
L’intervento dentale si svolge in anestesia locale e dura circa 20-30 minuti, fatta eccezione nei casi in cui si ricorra a manovre rigenerative avanzate. In fase di guarigione si può manifestare un lieve dolore e una lieve tumefazione, risolvibili mediante l’assunzione degli antidolorifici di uso comune.
L’intervento di odontoiatria chirurgica è preceduto e seguito dall’assunzione di farmaci, tra cui antibiotici e antinfiammatori per evitare infezioni ed un eccessivo disagio postoperatorio. Nel caso di pazienti fobici si può ricorrere ad una sedazione cosciente, grazie alla presenza di un anestesista in studio.
Dopo alcuni giorni avviene la rimozione dei punti. Per la guarigione e l’osteointegrazione di impianti standard si attendono solitamente 3-4 mesi a meno che non siano stati effettuate grandi manovre rigenerative (rialzo di seno mascellare, socket preservation, GBR) per le quali è necessario attendere fino a 6-9 mesi.
Tuttavia, oggi Straumann (azienda implantare leader a livello mondiale) mette a disposizione impianti con superfici SLActive capaci di accelerare i processi di osteointegrazione fino a 3 settimane per l’arcata inferiore e 4 settimane per l’arcata superiore. Successivamente alla guarigione si procede poi alla fase protesica.
Sulla parte superiore dell’impianto viene collocato un moncone (abutment) che può essere in titanio o zirconio. Ad esso è avvitata o cementata la corona dentale. L’abutment in zirconio è particolarmente indicato nei settori anteriori perché permette di ottenere un’estetica maggiore. Le estrazioni si classificano in:
Semplice
Il dente, o la sua porzione residua, sono ancora presenti in arcata e/o facilmente accessibili al chirurgo e la sua estrazione non è complicata da particolari condizioni anatomiche (radici curve, vicinanza con nervi).
Complessa
Quando non si tratta delle condizioni di cui sopra ed in particolare nel caso il dente sia incluso o semi-incluso nelle ossa mascellari (si parla di inclusione dentaria). Questo è un caso di chirurgia orale particolare.
Video Estrazione di un dente del giudizio semi-incluso
In alcuni casi può capitare che i denti restino inclusi nelle ossa mascellari senza la possibilità di poter erompere e posizionarsi in arcata. Spesso una semplice radiografia panoramica delle arcate dentarie può servire a rivelare la presenza di denti inclusi. Questa evenienza è molto frequente nel caso del dente del giudizio e in minor misura per i canini superiori. Nel caso di canini inclusi è quasi sempre possibile evitarne l’estrazione riuscendo a recuperare il dente disincludendolo e riportandolo in arcata con l’ortodonzia.
Disodontiasi del dente del giudizio
Ecco un caso di chirurgia orale da prendere in considerazione. Quando un terzo molare non ha sufficiente spazio per erompere completamente o è posto in una posizione anomala si manifesta facilmente un’infiammazione della gengiva che prende il nome di pericoronarite e che si configura come un quadro clinico definito:
1. Difficoltà e fastidio nel deglutire.
2. Dolore irradiato verso l’orecchio.
3. Difficoltà e fastidio ad aprire la bocca.
Di solito la bocca rimane più chiusa del solito. Se questo accade, tali denti sono inutili alla masticazione e possono anzi causare i seguenti problemi:
- Quando il dente è parzialmente ricoperto dalla gengiva è facile che batteri e residui di cibo rimangano intrappolati al di sotto di essa. Questo provoca delle infiammazioni gengivali con dolore, gonfiore.
- Per la posizione anomala, o perché coperto da gengiva, il dente può essere difficile da pulire e quindi può cariarsi e lo stesso può accadere al dente vicino. In questi casi si interviene con la chirurgia.
- Se in posizione anomala il dente può interferire con la masticazione e causare delle lesioni alla mucosa.
- Il dente incluso può associarsi a formazione di cisti che, col tempo, si ingrandisce a spese dell’osso.
La chirurgia sonica permette di conservare l’osso e di ridurre il gonfiore post-operatorio. I manipoli danno la possibilità di intervenire in sicurezza nei confronti di nervi e arterie vicine. Ecco un esempio di intervento:
I terzi molari vanno controllati dai 14-16 anni per un’analisi sullo spazio e una corretta eruzione. Il controllo viene effettuato tramite esame radiografico: ortopantomografia e tomografia computerizzata (TAC).
L’estrazione dei denti del giudizio inferiori richiede valutazione clinica e radiografica ed una elevata esperienza clinica per la vicinanza delle radici di questo dente con il nervo alveolare inferiore. Il quale distribuisce la sensibilità nella regione della mandibola e del labbro inferiore. L’utilizzo di manipoli sonici nella chirurgia orale per separare l’elemento dentario o rimuovere osso riducono i rischi di lesioni accidentali del nervo alveolare inferiore.
Indicazione ortodontica
La forza propulsiva dei denti del giudizio, durante la fuoriuscita, non è un elemento sufficiente a spostare e disallineare i denti anteriori. Pertanto non ha senso rimuoverli per evitare lo spostamento dei denti frontali.
Il disallineamento dei denti anteriori è dovuto alle forze masticatorie la cui risultante è rivolta in avanti, e questo può provocare spostamenti dell’arcata, causando affollamenti nella zona dei denti anteriori inferiori.
L’estrazione dei denti del giudizio, con relativa operazione di chirurgia orale, può risultare necessaria all’inizio di un trattamento ortodontico, soprattutto se si rende necessario distalizzare (spostare indietro) i denti.
Dopo l’intervento di chirurgia orale
Dolore: L’intensità e la durata del dolore dipendono dalla complessità dell’intervento oltre che dalla tolleranza individuale all’intervento, normalmente non c’ è molto dolore e scompare dopo pochi giorni.
Gonfiore: dopo questo tipo d’intervento il gonfiore più o meno accentuato è fisiologico. La borsa del ghiaccio aiuta a contenere la tumefazione che raggiunge il suo massimo dopo circa 48 ore dall’ intervento. La condizione è comunque facilmente controllabile con i presidi medici opportuni quali anti-edemigeni e cortisonici locali.
Ematoma: qualche volta può verificarsi la comparsa di lividi sulla guancia e questo è dovuto alla comparsa di un ematoma. Anche in questi casi si consiglia di contattare un chirurgo dentista per risolvere al più presto il problema.
Canini inclusi
I canini inclusi si trovano molto più frequentemente nell’arcata superiore che in quella inferiore. Superiormente si presentano più spesso nella zona palatale dell’arcata con un rapporto di 3:1 rispetto alle zone vestibolari.
Inferiormente il canino incluso generalmente si trova sulla superficie vestibolare della mandibola (di rado lingualmente). Più interessato alla patologia il sesso femminile, probabilmente perché le ossa del cranio del mascellare e della mandibola nella donna sono di solito più minute che nell’uomo. Fattori predisponenti:
- Osso palatale più denso di quello alveolare, che sul bordo può opporre resistenza a un canino in crescita.
- Spessore e durezza del tessuto mucoperiosteo palatino.
- Maggiore distanza che il canino deve percorrere rispetto agli altri denti per raggiungere il bordo gengivale.
- Perdita precoce dei canini decidui per carie.
- Riassorbimento ritardato della radice del canino deciduo.
- Diametro mesiodistale del permanente più grande rispetto al deciduo.
I canini spuntano tra gli altri denti già in occlusione, lottando per lo spazio con i secondi molari, sono gli ultimi a crescere e non hanno più spazio. Nella maggior parte dei casi i canini inclusi possono essere recuperati ortodonticamente, previa esposizione chirurgica della corona. Presso il Nostro studio è possibile disincludere canini (così come altri denti inclusi) attraverso una terapia ortodontica assolutamente invisibile e senza brackets.
Nelle fasi intermedie di trattamento viene applicato un guscio provvisorio mantenuto sempre da un filo posizionato sulla superficie dei denti per non avere mai la sensazione per chi ci guarda dall’esterno di non avere un dente.
In rari casi, nei quali i canini siano posizionati in condizioni sfavorevoli al recupero ortodontico, è necessaria l’estrazione. La loro assenza in arcata può essere mascherata attraverso terapie cosmetiche altamente estetiche o mediante l’utilizzo di impianti che oltre a ridare armonia al sorriso, e al volto, consentono il totale recupero.
Allungamento di corona clinica
Per un dente cariato o fratturato a tal punto che il margine del dente sano si trovi ad un livello molto profondo sotto-gengiva, è possibile evitare l’estrazione e salvare il dente con un intervento di allungamento di corona clinica.
Molti dentisti tendono ad estrarre il dente considerandolo non recuperabile o procedono al suo restauro in condizioni di compromesso non ottimali, non rispettando l’isolamento del campo operatorio. Questo porterà inevitabilmente ad un restauro impreciso che si infiltrerà con la placca batterica e in un tempo più o meno breve porterà fallimento della terapia di compromesso diminuendo le possibilità di recupero del dente.
Invece l’intervento di allungamento di corona clinica, mediante il rimodellamento della gengiva e talvolta dell’osso intorno al dente, permette di ristabilire un normale rapporto gengiva-dente sano così da poter procedere alle fasi di ricostruzione nel rispetto dei concetti di isolamento del campo operatorio. In altre situazioni cliniche, si tende a evitare questo tipo di approccio preferendo il recupero del dente con un’estrusione ortodontica.
Nel nostro studio dentistico specializzato in chirurgia orale tale tecnica viene eseguita attraverso procedure minimamente invasive e con l’ausilio di strumentazioni molto delicate verso i tessuti duri e molli. Anche il recupero ortodontico viene effettuato con un apparecchio totalmente invisibile e dal massimo comfort.
Lesioni benigne del cavo orale
Presso il nostro studio si effettua anche l’asportazione di piccole lesioni benigne del cavo orale e delle ossa mascellari quali cisti, fibromi, papillomi, odontomi, etc. E’ importante sottoporsi a controlli periodici delle mucose del cavo orale al fine di diagnosticare precocemente lesioni che possono degenerare (precancerosi).
Ma cos’è una cisti?
Rispetto a una possibile operazione ai denti, la cisti è una formazione patologica benigna di forma generalmente sferica ed ha la tendenza ad un lento accrescimento a spese dei tessuti circostanti.
L’aumento di volume di una cisti può portare al riassorbimento delle radici di denti contigui e dei tessuti ossei che la contengono. In altre occasioni si può verificare la dislocazione degli elementi dentali adiacenti. Tra le condizioni di chirurgia dentale più frequenti?
Cisti radicolare infiammatoria su apice di dente necrotico
L’indagine radiologica evidenzia una classica lesione cistica all’apice di dente non più vitale. E’ importante per la diagnosi l’associazione con dente necrotico. Può diventare molto grande. Inizialmente si forma un’area di tessuto di granulazione (“granuloma apicale”) che si localizza in corrispondenza dell’apice del dente. In alcuni casi può infettarsi e dare origine ad un ascesso endodontico. Tali lesioni sono risolvibili attraverso un’appropriata terapia endodontica che, rimossa la causa dell’infezione, consente un totale ripristino della quota ossea distrutta.
Cisti follicolare o dentigera di origine embriologica su dente incluso
I denti più frequentemente colpiti sono i denti del giudizio inferiori. Per tale ragione è sempre bene sottoporsi a un controllo clinico e radiografico nel caso i denti del giudizio non siano erotti in arcata. (vedi paragrafo denti inclusi) Le cisti follicolari o dentigere si possono presentare come piccole lesioni scoperte occasionalmente, in corso di indagini radiologiche routinarie. Tuttavia, se lasciate in sede, possono crescere diventando molto grandi.
L’apicectomia
I denti trattati con terapie canalari incongrue e imprecise sono spesso caratterizzati da lesioni peri-apicali, spesso asintomatiche, causate da germi ed infezioni residue presenti all’interno dei canali degli elementi dentali.
Queste situazioni della salute orale si curano con il ritrattamento dei canali attraverso la corona stessa del dente. L’operazione procede con l’ausilio del microscopio operatorio e strumenti dedicati di precisione.
Quando la terapia canalare per via ortograda è molto complessa o se il dente è ricoperto da una corona protesica che non si vuole sostituire, si può ricorrere al ritrattamento dei canali per via retrograda/chirurgica.
L’apicectomia è un intervento di chirurgia orale eseguito dall’endodontista con microscopio operatorio allo scopo di risolvere l’infezione, rimuovendo la porzione infetta della radice (apicectomia), otturando la parte che resta del dente (otturazione retrograda) e asportando tutti i tessuti infetti presenti nell’osso intorno all’apice dente.
Anche questi interventi di chirurgia orale vengono solitamente eseguiti in regime ambulatoriale e permettono una guarigione molto rapida e libera da complicanze e problematiche postoperatorie.
L’apicectomia fa parte delle discipline della microchirurgia odontoiatrica, quindi per la sua attuazione in uno studio è necessario essere in possesso di un microscopio operatorio.
Oggi, con le moderne tecniche e strumentazioni adeguate, le percentuali di successo degli interventi di apicectomia sono superiori al 90%.
Chirurgia mucogengivale
La chirurgia orale di tipo muco-gengivale mira a ridurre o eliminare gli inestetismi della gengiva, come le recessioni o festonature gengivali alterate, che sono causa di un sorriso poco armonico e imbarazzante.
La recessione gengivale si ha quando il margine si trova in posizione più apicale rispetto alla giunzione amelo-cementizia del dente. Ciò determina un allungamento della corona clinica del dente: la radice viene denudata, trovandosi esposta all’ambiente orale circostante con problemi estetici e di sensibilità.
Può anche capitare che il paziente esponga in modo eccessivo i tessuti gengivali mentre parla o sorride. Il gummy smile è causa di disagio nei pazienti che sono portati a non sorridere per nascondere le gengive.
Tuttavia attraverso degli interventi di chirurgia muco-gengivale associati talvolta a ricostruzioni con protesi minimamente invasive è possibile ridisegnare i livelli gengivali e ridare armonia al proprio sorriso.
La chirurgia orale muco-gengivale si occupa di situazioni in cui la gengiva appare più grigia in relazione a impianti dentali. È possibile ristabilire l’estetica gengivale grazie a interventi di plastica gengivale.
Autore Fabio Cozzolino
Odontoiatra implantologo e parodontologo iscritto all’ordine il 23/06/1997, con N° TO 1968. Autore di articoli su riviste scientifiche, di un Atlante di ortodonzia invisibile con la dottssa Mariniello e lecturer al Master Internazionale di II livello dell’Università degli Studi di Siena.
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