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Anestesia e Dentista, Come Funziona

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Anestesia e Dentista, Come Funziona

15 Dicembre 2017 //  by Fabio Cozzolino//  //  Ultimo aggiornamento: 7 Marzo 2022

La paura del dentista spesso è legata a tre elementi ben precisi: il rumore del trapano, la vista di tutti gli strumenti odontoiatrici e la sensazione di dolore che si potrebbe provare da lì a qualche minuto.

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Per il rumore puoi sempre mettere le cuffiette auricolari per ascoltare un po’ di musica, per la vista puoi chiudere gli occhi ed immaginare di essere in un luogo più piacevole mentre, per quanto riguarda il dolore, rilassati perché per fortuna esistono diverse tecniche di anestesia locale o sedazione cosciente.

Sono pochissime ormai le persone che possono riferire di aver avuto esperienze dolorose per mano del dentista. L’utilizzo abituale di tecniche anestetiche, infatti, permette di effettuare interventi anche lunghi e complessi senza che il paziente provi dolore.

Può darsi che l’anestesia sia diventata la principale cura per l’odontofobia?

Anestesia locale in odontoiatria

I tempi dei colpi in testa e dei gas esilaranti fortunatamente sono finiti da un bel pezzo. Oggi, per i trattamenti ai denti o per qualsiasi altro tipo di intervento vengono impiegati farmaci che a livello generale o locale bloccano il dolore e proteggono l’organismo dall’aggressione chirurgica.

Generalmente, negli studi dentistici vengono effettuate anestesie locali con le quali si addormenta solo la specifica zona del corpo da sottoporre a trattamento mantenendo il paziente in stato cosciente.

In questi casi, il farmaco anestetico è iniettato direttamente vicino ai nervi che portano la sensibilità alla regione interessata dall’intervento, in modo tale da bloccare il dolore e non farlo arrivare al cervello.

La scelta dell’anestetico locale per uso odontoiatrico è fatta principalmente in base a quattro criteri: durata e complessità dell’intervento, bisogno di emostasi, necessità del controllo post chirurgico del dolore, controindicazioni a specifici farmaci, ad esempio allergie.

Tecniche di anestesia locale

Ci sono diverse tecniche che è possibile adottare per un’anestesia locale: alcune di superficie (o per contatto) che prevedono l’applicazione di sostanze sulla parte da trattare mentre altre per infiltrazione  si basano sull’iniezione del farmaco.

Quali sono queste tecniche anestetiche?

  • Perfrigerazione: consiste nel raffreddare la zona in cui si deve intervenire con un getto di cloruro di etile. Questa tecnica, di facile esecuzione, viene utilizzata per interventi di breve durata sui tessuti molli come l’estrazione dei denti decidui o l’incisione di un ascesso.
  • Anestesia topica: prevede l’applicazione sulla mucosa di un anestetico, generalmente in gel o spray. È utilizzata per interventi di brevissima durata o nelle sedute di igiene orale.
  • Anestesia locale plessica: consiste nell’iniettare il farmaco anestetico sotto la mucosa orale in prossimità dell’apice del dente. È utilizzata per gli interventi di breve-media durata.
  • Anestesia locale tronculare:  è effettuata direttamente nel tronco nervoso mandibolare interrompendo la trasmissione del dolore su tutti i denti e tessuti molli presenti sul lato della mandibola dove è stato iniettato l’anestetico.

Nel caso le tecniche anestetiche classiche non raggiungono il risultato sperato, è possibile ricorrere ad altri tipi di anestesia come l’anestesia intraligamentosa o l’intraossea.

La prima si effettua iniettando l’anestetico locale direttamente nel legamento parodontale grazie all’utilizzo di aghi molto corti. Con questo tipo di anestesia viene addormentato rapidamente solo il dente selezionato per lungo tempo. Ha, però, lo svantaggio di lasciare qualche fastidio anche dopo la fine dell’effetto anestetico.

Con l’anestesia intraossea, invece, i denti vengono anestetizzati iniettando l’anestetico locale direttamente all’interno dell’osso spugnoso o midollare intorno al dente interessato con un effetto quasi immediato.

Quanto dura anestesia locale

L’effetto dell’anestesia locale ha una durata variabile che dipende dal tipo di farmaco usato, dalla quantità che è stata adoperata e dalla velocità con cui l’anestetico viene metabolizzato dall’organismo del paziente. In generale l’anestesia ha una durata di circa un paio d’ore, tuttavia alcuni anestesisti hanno sviluppato tecniche particolari con cui riescono ad anestetizzare il paziente solo per il tempo necessario all’esecuzione del trattamento.

Anestesia totale

In alcuni casi e per interventi più complessi, come la chirurgia maxillo-facciale, viene preferita l’anestesia totale, che indotta tramite farmaci per via endovenosa o respiratoria, provoca uno stato di perdita di coscienza interessato da assenza di dolore e rilassamento muscolare. A stabilire il dosaggio del farmaco in base all’età, al peso e alla condizione clinica del paziente è sempre un medico specializzato, cioè l’anestesista.

L’anestesia generale viene effettuata solo in casi specifici in quando richiede la presenza di un medico anestesista e di specifiche apparecchiature per il continuo monitoraggio delle funzioni vitali del paziente.

Mentre fino a qualche tempo fa si ricorreva a professionisti esterni, oggi sono molti gli studi dentistici che hanno all’interno del loro staff la presenza dell’anestesista.

Rischi ed effetti collaterali dell’anestesia

L’anestesia, locale o totale che sia, presenta dei margini di rischio, in alcuni casi anche importanti.

Nel caso dell’anestesia locale potrebbe presentarsi una reazione allergica all’anestetico utilizzato, non a caso prima di procedere ogni paziente deve sostenere un colloquio con l’anestesista per fornirgli tutte le informazioni necessarie relative a intolleranze, allergie o particolari condizioni di salute.

Dopo un’anestesia generale invece, il paziente potrebbe accusare un senso di nausea e vomito, freddo o mal di gola a causa dell’intubazione o dolori articolari.

Per quanto riguarda l’anestesia totale, il rischio più temuto è quello di morte che si aggira intorno allo 0,3%. In ogni caso l’anestesista presente nello studio odontoiatrico, anche solo per effettuare un’anestesia locale, è tenuto a portare con sé un kit di rianimazione per essere pronto a intervenire nel malaugurato caso in cui presenti un arresto cardiaco.

Allergia all’anestesia locale

Spesso si tende a credere che possano verificarsi casi di allergia solo per quanto riguarda farmaci utilizzati durante l’anestesia generale. In realtà, anche se in percentuali molto ridotte, si può essere allergici all’anestesia locale fatta negli studi dentistici. Le reazioni allergiche possono evidenziarsi con eruzioni cutanee pruriginose, nausea, dolori addominali e difficoltà respiratorie. Nel caso in cui già altri membri del proprio gruppo familiare abbiano avuto reazioni allergiche ai farmaci anestetici locali, prima della seduta dal dentista è opportuno sottoporsi a test allergici.

Sedazione cosciente

La sedazione cosciente è una tecnica anestetica tra le più utilizzate, in quanto il paziente è completamente insensibile al dolore ma allo stesso tempo può collaborare serenamente con il dentista durante tutto il trattamento. Mantenendo invariati i parametri vitali, come ad esempio la respirazione, il paziente è in grado di rispondere a domande, eseguire ordini semplici come aprire o chiudere la bocca ed effettuare operazioni di risciacquo della bocca.

La sedazione cosciente viene ottenuta tramite inalazione di un gas anestetico, il protossido di azoto, e ossigeno oppure con la somministrazione endovenosa di benzodiazepine.

La sedazione cosciente richiede la presenza dell’anestesista in studio.

I pazienti che hanno paura delle punture, potranno (presto) beneficiare di un approccio alla sedazione cosciente basato su di un nuovo studio brasiliano che ha sperimentato un modo di far penetrare i medicinali in circolo o sotto pelle con l’utilizzo di una piccola scossa (corrente elettrica).

Ipnosi sedativa in odontoiatria

In alternativa alla sedazione cosciente e all’anestesia totale, secondi alcuni si può ricorrere all’ipnosi sedativa, soprattutto nei casi in cui il paziente soffra di forti sensazioni d’ansia legate alle figura e alla poltrona del dentista, nei casi in cui le persone non possono essere anestetizzate a causa di allergie o per fobie legate all’ago e alle punture.

Le tecniche ipnotiche sono risultate efficaci in diversi casi: lo stato di autocontrollo emotivo elimina l’agitazione e di conseguenza riduce anche il dolore, in quanto il paziente sotto ipnosi è profondamente rilassato ma allo stesso tempo altamente collaborativo.

Anestesia per i pazienti poco collaborativi

Per pazienti poco collaborativi si intendono tutte quelle persone che per condizioni cliniche particolari non sono in grado di assecondare le richieste del dentista durante una terapia. Per questo tipo pazienti spesso è necessario ricorrere all’anestesia.

Per persone affette da determinate patologie come sindrome di down, autismo, malattie muscolari o paralisi cerebrali, anche semplicemente rimanere fermi sulla poltrona oppure aprire e chiudere la bocca può essere difficoltoso.

Nei casi più gravi la semplice anestesia locale può non essere sufficiente, quindi per evitare complicazioni e fornire le cure necessarie si procede con l’uso di farmaci anestetici. In ogni caso si cerca in tutti i modi di evitare l’anestesia totale ricorrendo alla sedazione cosciente.

Anestesia in gravidanza e allattamento

La gravidanza è un periodo particolare per la donna, in cui dubbi e ansie si fanno sentire più forti che mai specialmente nei casi in cui è necessario sottoporsi a cure odontoiatriche o in qualsiasi ambito medico. Per l’anestesia durante l’allattamento abbiamo scritto un articolo specifico.

L’ideale comunque è cercare di sottoporsi ad interventi odontoiatrici che prevedono l’anestesia locale tra il terzo e il sesto mese di gravidanza. Comunque prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento sarà importante parlare con il proprio ginecologo per assicurarsi dell’assenza di controindicazioni a questo tipo di farmaci.

Sottoporsi alle cure odontoiatriche in gravidanza è molto importante, ma spesso si tende a trascurare il proprio stato di salute orale rimandando la visita dal dentista a data da destinarsi. In realtà è proprio durante la gestazione che le donne possono andare incontro a patologie anche gravi, come gengiviti e parodontite.

Info Fabio Cozzolino

Odontoiatra implantologo e parodontologo iscritto all’ordine il 23/06/1997, con N° TO 1968. Autore di articoli su riviste scientifiche, di un Atlante di ortodonzia invisibile con la Dott.ssa Mariniello e lecturer al Master Internazionale di II livello dell’Università degli Studi di Siena.

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    Editing e ricerche di Fabio Cozzolino, direttore dello studio e odontoiatra implantologo-parodontologo, membro di SIDP, ITI e SIO. Iscrizione Albo odontoiatri N° 1968

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